Sanità
La lotta all’Alzheimer passa per l’intelligenza artificiale: da test sperimentali alle analisi comparative: così si abbattono tempi e costi
In Italia quasi il 10% degli over 65 soffre di malattie neurodegenerative, circa un milione di persone sono affette da Alzheimer, con un impatto rilevante per le famiglie e costi sociali notevoli. L’Alzheimer è causato dalla disfunzione di certe proteine che perdono la loro funzionalità, portando al declino cognitivo.
I recenti studi sull’Alzheimer
Recenti studi pubblicati dalla Oxford University (Oxford Textbook of Neurologic and Neuropsychiatric Epidemiology) dimostrano che alla base delle malattie neurodegenerative, oltre a fattori biologici e genetici, ci sono manche fattori socioeconomici. Ovvero il rischio di sviluppare Alzheimer e tutte le demenze è direttamente associato all’indice di deprivazione sociale. Questo dovrebbe indurre i decisori pubblici a riorientare le politiche economiche e sociali, anche perché le malattie neurodegenerative stanno assumendo un rilievo enorme per gli impatti sulla sanità pubblica e – visto l’invecchiamento della popolazione – sono destinate a crescere.
L’Italia, secondo l’ultimo rapporto Censis-Aima sull’impatto economico e sociale dell’Alzheimer dopo il Covid, è praticamente ferma nell’ultimo quarto di secolo (data della prima indagine nel 1999). Oltre il 60% dei pazienti è donna, cosi come oltre il 70% dei caregiver. Per i tempi di diagnosi dalla comparsa dei sintomi trascorrono circa due anni. Rimangono difficoltà di accesso ai servizi e di presa in carico dei pazienti. Le famiglie si sentono sole e la percentuale di assistenza domiciliare è rimasta invariata. Sembra che non migliorino la diagnosi e l’intervento precoce, che rappresenta ancora oggi uno strumento utile per affrontare l’evoluzione della malattia. Il tema della solitudine è prioritario, poiché i caregiver sentono di vivere un carico assistenziale difficilmente superabile.
Alzheimer e Intelligenza Artificiale
Di fronte a questo scenario, ricco di complessità e molto incerto, può essere l’Intelligenza Artificiale un supporto valido alla lotta all’Alzheimer? Uno degli ambiti dove l’IA sta dimostrando il suo potenziale è proprio nella ricerca di trattamenti farmacologici per l’Alzheimer. Attraverso l’applicazione di sistemi di machine learning si stanno facendo passi in avanti nella frontiera farmacologica, sostituendo test sperimentali molto lunghi e costosi con analisi comparative più rapide e appropriate e con costi decisamente inferiori.
Si può lavorare in parallelo su più programmi di scoperta di farmaci con tempistiche più efficaci. Alla base di ciò vi è la necessità di un lavoro interdisciplinare tra i professionisti e di un’alleanza tra decisore pubblico, mondo accademico e industriale. Abbiamo bisogno di creare un nuovo ecosistema della ricerca facendo tesoro dell’esperienza del contrasto alla pandemia Covid, dove l’interdisciplinarità e la collaborazione pubblico-privato hanno svolto un ruolo fondamentale.
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