La 30enne, madre del bambino nato il 5 gennaio scorso e morto a Roma, all’ospedale Pertini, nella notte tra il 7 e l’8 gennaio rilascia un’intervista a Il Corriere della Sera tramite l’avvocato Alessandro Palombi e dà la sua versione sulla tragedia. Vuole chiarezza, cerca di mettere ordine nei ricordi, è sofferente. La sua vicenda ha fatto il giro dei media: si sarebbe forse addormentata mentre allattava il suo piccolo, stremata dopo 17 ore di travaglio, il neonato è morto soffocato. Le indagini aperte dalla Procura sono in corso, sentiti dai pm sia la donna che il compagno 36enne. Non hanno sporto denuncia perché si è proceduto d’ufficio, ha spiegato il legale. Sul corpo del piccolo è stata disposta l’autopsia.

“Ero entrata in ospedale il giorno precedente, avevamo scelto il Pertini perché ero affezionata a questo posto visto che ci sono nata anche io. Per due notti, quella dopo aver partorito e quella successiva, sono riuscita, a fatica, a tenere il bambino vicino a me. Ero stravolta, ho chiesto aiuto alle infermiere, chiedendo loro se potevano prenderlo almeno per un po’, mi è sempre stato tuttavia risposto che non era possibile portarlo nella nursery. E lo stesso è accaduto la notte di sabato. Anzi, mi sentivo peggio dei giorni precedenti. Ho chiesto ancora di prendere il bimbo, non l’hanno fatto. Due notti ho resistito, l’ultima ero davvero affaticata. ‘Non è possibile’, mi è stato risposto ancora una volta”.

Quando il bambino era nato pesava oltre tre chili, in ottima salute. La madre aveva una flebo attaccata al braccio. “Quella notte sono crollata, non ce la facevo proprio. Da quel momento non ricordo più nulla”. A svegliarla le infermiere: “Il bambino non stava più nel letto con me. Senza dirmi una parola, mi hanno fatto alzare e mi hanno portato in una stanza vicina: lì mi hanno comunicato che il bimbo era morto. Non ricordo che fosse presente una psicologa, e nemmeno che mi abbiano dato una spiegazione più approfondita. Di sicuro non mi hanno detto come era successo. A quel punto non ho capito più niente, mi è crollato tutto addosso. Forse sono anche svenuta”.

La Procura ha aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio colposo. Gli agenti del commissariato Sant’Ippolito al Pertini hanno acquisito le cartelle cliniche del bambino e della madre e i turni di servizio di medici e infermiere di Ostetricia di quei giorni. Il padre del piccolo aveva dato ieri a Il Messaggero la stessa versione, a grandi linee, di quella fornita dalla compagna: “Era sfinita da 17 ore di travaglio, dopo il parto le hanno subito portato il piccolo a letto, in reparto, per l’allattamento e hanno anche preteso che fosse lei a cambiarle il pannolino. Ha chiesto più volte che nostro figlio fosse portato al nido per poter riposare qualche ora, ma il personale dell’ospedale ha sempre detto di no. È crollata, quando ha riaperto gli occhi nostro figlio non c’era più, lo avevano già portato via”.

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