Le correnti sempre più padrone
La magistratura è irriformabile, con la riforma Cartabia è peggio di prima
Per ora non c’è nessun testo ufficiale. Si era detto che oggi la ministra Cartabia avrebbe presentato gli emendamenti del governo alla riforma del Csm, ma questo non è successo. Cartabia ieri mattina ha incontrato gli esponenti della maggioranza che sostiene il governo, ma si è tenuta sulle generali. C’è però un testo ufficioso che viene fatto girare, e che viene dal ministero.
Se l’idea è davvero quella contenuta in questo testo, siamo fritti. Cioè, per capirci, le possibilità sono due: la prima è che di rinvio in rinvio non si faccia niente e si lasci che il nuovo Csm, che dovrà essere eletto in giugno, sia eletto con le vecchie regole. La seconda ipotesi è che invece in qualche modo, in fretta e furia, si faccia una riforma che lasci tutte le cose come stanno, anzi un po’ peggio.
L’unica novità riguarderebbe il regime di incompatibilità tra magistrato e politico. E intorno a questa novità si fa un gran rumore, agitando il caso Maresca, magistrato che, a quanto pare, resterà nel consiglio comunale di Napoli e riprenderà anche a fare il Pm. la riforma Cartabia proibirebbe questo abominio. Beh, ci mancherebbe altro.
Quanto al Csm, niente sorteggio, niente norme anti-correnti, niente riduzione del folle potere di autocontrollo della magistratura, ma semplicemente un sistema elettorale più o meno maggioritario che taglierebbe fuori dai giochi tutti i magistrati non inquadrati nelle due correnti più forti: Area e MI. Le toghe rosse e le toghe bianche.
E le toghe giuste? Si levino dai piedi, è bene che le due grandi correnti riprendano in mano tutto il potere e chiudano il fastidioso intervallo del Palamaragate. Se le cose andranno così si confermerà una vecchia idea: la magistratura è un po’ come la vecchia Unione Sovietica. Irriformabile. Poi però un giorno di dicembre, giusto di 30 anni fa, l’Unione sovietica fu abbattuta. Beh, beh… potrebbe essere una idea.
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