Le ipotesi in campo
La ‘manina’ dietro gli audio di Berlusconi, caccia alla talpa in un partito divorato dalle faide interne
Aveva chiesto ai suoi una promessa, il massimo riserbo su quello che stava per dire. Invece le parole di Silvio Berlusconi sulla guerra in Ucraina, che per il leader di Forza Italia è sostanzialmente “colpa di Zelensky” giustificando l’operato di Vladimir Putin, sono finite in mano alla Lapresse, scatenando un putiferio e una crisi politica con l’alleata Giorgia Meloni a governo non ancora formato.
Gli audio rubati e passati all’agenzia stampa provocano scintille non solo nella maggioranza, ma anche nel partito del Cavaliere. Chi ha tradito, chi ha voluto dare un segnale passando quelle ‘intercettazioni’ imbarazzanti ai media?
Lo scenario, come noto, è l’assemblea con il gruppo degli eletti alla Camera tenuta da Berlusconi martedì 18 ottobre. Qui è avvenuto il ‘fattaccio’, che spinge la fedelissima Licia Ronzulli, appena eletta per acclamazione capogruppo al Senato, a dire che è “spregiudicato, per non dire criminale, che qualcuno tra i 45 eletti alla Camera possa prestarsi a riferire parole del presidente, che andavano contestualizzate”.
Di chi è dunque la ‘manina’ che ha passato l’audio registrato di Berlusconi a Lapresse? A contare è il contesto all’interno del partito, diviso in due tra un’ala governista guidata dal coordinatore nazionale Antonio Tajani e una seconda ‘ostile’ alla premier in pectore, guidata da Licia Ronzulli.
Proprio Tajani, dicono i rumours dentro Forza Italia, è particolarmente indispettito per l’emergere degli audio: le sparate di Berlusconi sul ruolo di Zelensky nella guerra lo mettono in difficoltà nella corsa al ministero degli Esteri, prenotato da settimane, con l’ex presidente del Parlamento europeo che teme un ‘sabotaggio’.
Non a caso starebbe prendendo piede l’ipotesi Giampiero Massolo, diplomatico di lungo corso e presidente di ISPI (Istituto per gli studi di politica internazionale) dal 2017, un nome già emerso come possibile titolare della Farnesina dopo la vittoria nelle urne del 25 settembre, poi via via sfumato col passare dei giorni e delle trattative.
Oltre ai 45 eletti citati dalla Ronzulli, all’assemblea sarebbero stati presenti almeno un’altra ventina di persone, non eletti che gravitano attorno al gruppo parlamentare: si tratta di funzionari di partito, membri dei vari staff e anche ex parlamentari non ricandidati. L’audio potrebbe esser stato registrato anche da una di queste figure, ma individuare il responsabile non è certamente cosa facile.
Sullo sfondo c’è quindi l’ipotesi da fanta-politica, ma che considerando il personaggio non nuovo a colpi di scena clamorosi non si può mettere la mano sul fuoco nel negarla con convinzione: e se l’audio fosse stato volutamente fatto circolare dallo stesso Berlusconi?
Una mossa col chiaro obiettivo di mettere in difficoltà Giorgia Meloni, la neo-leader del centrodestra che ha messo nell’ombra, relegato in panchina, il ‘padre nobile’ della coalizione che per 20 anni ha guidato quell’area politica e che ora vuole far sentire all’alleata il suo ‘peso’ politico.
A pensarla così è un ex di lungo corso in Forza Italia,Osvaldo Napoli, ora passato in Azione. “Berlusconi non è impazzito, segue una strategia precisa. Vuol tenere Meloni il più possibile sulla corda e destabilizzare la nascita dell’esecutivo“. Stesso ragionamento arriva da Fabrizio Cicchitto, altro ex che a lungo è stato tra i ‘colonnelli’ del berlusconismo: “Guardate che Berlusconi era così anche vent’anni fa. La resa scenica è logorata dagli anni, certo, ma l’animus pugnandi è lucido. Silvio a volte fa cose irrazionali che dipendono da un’esorbitante personalizzazione dei conflitti. E ora gli interessa solo una cosa, credetemi e non è politica: lui vuole sfregiare Giorgia Meloni, l’abusiva“, dice Cicchitto al Foglio.
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