Tutto ci saremmo aspettati dal governo di centrodestra tranne che andasse a tassare le case: e invece il governo Meloni è stato capace anche di questo. Nella bozza della legge di bilancio è previsto il rialzo della cedolare secca sugli affitti brevi. L’indice della manovra contiene un articolo per la ‘modifica della disciplina fiscale sulle locazioni brevi che potrebbe contenere un aumento della cedolare secca attualmente pagata su questo tipo di affitti, con il passaggio dal 21% al 26%. La norma è nella bozza circolata ieri, non è ancora stata scritta nella sua versione definitiva. Ma fa già discutere e allarma tutti i proprietari di casa. Nonché gli affittuari, che ovviamente finirebbero per pagare di più.

“La bozza del disegno di legge di bilancio in circolazione conferma l’indiscrezione relativa all’incremento di quasi il 30 per cento delle tasse sui proprietari che concedono in locazione per brevi periodi i loro immobili (in genere per esigenze di lavoro, di studio, di assistenza a degenti, di turismo). Si tratta – commenta Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia – di un grave errore del Governo, di cui peraltro non sono note le ragioni. Quel che è certo è che l’aumento dal 21 al 26 per cento dell’aliquota della cedolare secca porterebbe pochi spiccioli nelle casse dello Stato (se quello del maggior gettito fosse l’intento) e neppure sarebbe in grado di disincentivare gli affitti brevi (se l’obiettivo fosse questo). L’unico effetto della norma sarebbe la crescita del sommerso, che era proprio ciò che il Governo Berlusconi volle contrastare quando introdusse la cedolare. Il Governo ci ripensi”.

L’aumento sui prodotti per donne e bambini

Sempre dalla bozza aumentano dal 5 al 10 l’iva su: prodotti assorbenti e tamponi per la protezione dell’igiene femminile; coppette mestruali; latte in polvere o liquido per l’alimentazione dei lattanti o dei bambini nella prima infanzia, condizionato per la vendita al minuto; estratti di malto per l’alimentazione dei lattanti o dei bambini, condizionate per la vendita al minuto, e aumentano dal 5 al 22 l’IVA su seggiolini e pannolini. Ecco l’ipocrisia. Il governo che si dice della famiglia, che invita a fare figli, blandendo la sacralità della stessa, poi va a colpire proprio le donne, le mamme, e i bambini. Facendo cassa sulle loro necessità. E quindi, nei fatti, disincentivando le nascite. E anziché diminuire l’iva, l’aumenta.

Le imposte sulle sigarette

E poi un grande classico, la tassa facile su cui nessuno può parlare male perché è politicamente scorretto: stangata per i fumatori. Secondo quanto si legge nella bozza del Ddl bilancio ci sarà un aumento di circa 10 centesimi a pacchetto per le sigarette tradizionali e il tabacco riscaldato. In particolare, un pacchetto di bionde si stima costerà fra i 10 e i 12 centesimi di euro in più: la prima bozza della legge di bilancio stabilisce che le imposte passino per il 2024 da 28,20 euro per 1.000 sigarette a 29,30 euro. Mentre a decorrere dal 2025, si passerà da 28,70 euro per 1.000 sigarette a 29,50 euro. Mentre per il trinciato l’impatto potrebbe essere superiore: circa trenta centesimi per busta, visto che l’accisa è fissata in “euro 140 il chilogrammo fino al 31 dicembre 2023, euro 147,50 il chilogrammo a partire dal 1° gennaio 2024 e euro 148,50 il chilogrammo a decorrere dal 1° gennaio 2025”.

Visto che fumare fa male, se scegli di farlo, paghi. Siamo al ritorno delle tasse etiche. Come la sugar tax, che diversamente da quanto promesso da Meloni e Salvini, non è ancora stata abolita, e se non viene modificata entrerà in vigore da gennaio 2024. Siamo di fronte a un governo che tassa la casa e i beni di prima necessità con una manovra contro gli italiani. Quindi nel 2024 per scelta di Meloni, Salvini e Tajani, gli italiani pagheranno di più gli assorbenti, i pannolini, i seggiolini, il latte in polvere per i bambini, la cedolare secca per gli affitti, le sigarette.

Per non parlare di ciò che non dipende direttamente dal Governo, ma su cui non interviene con misure correttive, come i mutui variabili, la benzina, l’inflazione. O veramente vogliamo credere al carrello tricolore di Adolfo Urss? Questa legge di bilancio è una legge che stanga il ceto medio. Il centrodestra italiano è diventato il partito delle tasse. Che c’era bisogno di fare dei tagli, e di una manovra che riducesse il debito pubblico, era una necessità indiscutibile. Ma, per assurdo, la manovra Meloni ha la rara capacità di aumentare il deficit, non tagliare la spesa, perdurare nell’elargizione di mance e mancette tra ministri e territori, e aumentare le tasse su casa, beni di prima necessità e piaceri. Perseguitata non è Giorgia Meloni, ma il ceto medio. E senza il suo potere d’acquisto, il Paese non cresce.