Il presunto viaggio indisturbato degli uomini di Prigozhin
La marcia su Mosca della Wagner, la propaganda (“arriveranno alle 21”) e la capitale blindata: “Putin non è scappato”
Il colpo di Stato. La guerra civile. La marcia quasi indisturbata verso Mosca. La rivoluzione oltre 100 anni dopo e così via. Media, social e analisti scatenati dopo l’annuncio del gruppo Wagner, attraverso il suo leader Yevgeny Prigozhin, dell’occupazione strategica di Rostov, città al confine con l’Ucraina e a ben 950 chilometri da Mosca e dell’intenzione di voler marciare verso la capitale se non ci sarà un passo indietro dei generali di Putin, a partire dal ministro della Difesa Sergei Shoigu.
E’ bastato questo annuncio per rivivere la cronaca romanzata, frutto della classica propaganda di guerra, dello scorso 24 febbraio 2022, quando in seguito all’invasione russa in Ucraina in tanti ipotizzavano un conflitto lampo, con la vittoria facile dei russi. Vi ricordate la marcia su Kiev con la carovana bellica lunga decine di chilometri e annunciata per giorni prima e settimane poi, come se avesse a disposizione vere e proprie praterie?
Oggi sta accadendo lo stesso con “i 25mila patrioti pronti a morire” annunciati da Prigozhin che si starebbero dirigendo quasi indisturbati verso Mosca. “Sono a 300 chilometri, a 400, a 500, arriveranno in serata”. Combattimenti ci sarebbero a Voronezh, a metà strada, a 500 chilometri dalla capitale russa.
Su Telegram nei canali Wagner e non solo (anche quelli veicolati dall’Occidente) si arrivano a leggere vere e proprie epopee come questa: “Gli uomini della Wagner diretti a Mosca trovano ben pochi ostacoli al momento e quelli che trovano li superano con una certa facilità. Salvo imprevisti, il loro arrivo alla periferia della capitale russa è previsto per le ore 21“.
Uno scenario inverosimile. Bisognerà aspettare i prossimi giorni per capire la consistenza del gruppo Wagner e, soprattutto, gli appoggi di cui gode l’ex chef di Putin o se non si tratti di una operazione di disturbo in vista di grandi manovre. Anche sul presidente russo si sprecano le ricostruzioni relative a una sua possibile fuga dal Cremlino, insieme ai suoi più stretti collaboratori, con fonti governative di Mosca che smentiscono categoricamente. “E’ qui e sta lavorando” sottolineano attraverso l’agenzia Ria Novosti, che ha più volte alimentato la stessa propaganda russa (che oggi in tv non dà spazio a quanto sta accadendo nel Paese e pubblica un documentario su Silvio Berlusconi).
La capitale, così come Kiev 16 mesi fa, si prepara all’eventuale assalto con decine di grandi autocarri pieni di sabbia per tentare di bloccare l’acceso ai mezzi nemici. Le misure di sicurezza vengono rafforzate su una serie di punti di ingresso a Mosca, in particolare sulla tangenziale della capitale russa e all’uscita dalla tangenziale, nell’area di Yasenevo dove è stato installato un posto di blocco con un lanciagranate e un veicolo corazzato.
La BBC Russia riferisce che edifici pubblici in tutta Mosca, tra cui i musei intorno al Cremlino, siano stati evacuati per l’avanzata dei militari della Wagner. Nelle ultime ore è stata segnalata l’evacuazione della Galleria Tretyakov, del Museo Pushkin e della Casa della Cultura GES-2, ha aggiunto la BBC. A Mosca sono stati evacuati anche il centro commerciale Mega Belaya Dacha e il centro commerciale Kvartal.
Giallo anche sugli aerei governativi russi atterrati a San Pietroburgo da Mosca. Lo scrive Fontanka, giornale di San Pietroburgo che cita dati di FlightRadar24. Non è chiaro se il presidente Vladimir Putin sia a bordo. Sarebbe atterrato anche un altro degli aerei governativi, un Airbus RSD523. Secondo i dati di FlightRadar l’aereo speciale Il96-300PU (Point of Control) era decollato alle 14:16 ora di Mosca. L’aereo presidenziale è equipaggiato per controllare le Forze Armate.
AGGIORNAMENTO – “Prigozhin accetta di fermare marcia su Mosca dopo colloqui con Lukashenko”
Secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa russa Tass, il leader del gruppo paramilitare Wagner Prigozhin avrebbe accettato di interrompere la marcia che i suoi mercenari hanno intrapreso diretti verso Mosca, capitale della Russia, dopo un colloquio telefonico con il leader bielorusso, Aleksandr Lukashenko. Alla base della decisione di fermarsi, l’individuazione di una soluzione accettabile per risolvere la situazione, con annesse anche delle garanzie di sicurezza per i combattenti del gruppo Wagner.
Prigozhin: “Torniamo indietro, basta spargimento sangue russo”
I miliziani della Wagner sono arrivati “a 200 chilometri da Mosca” ma ora fanno “marcia indietro”, tornando verso sud per evitare “spargimento di sangue russo” da una parte o dall’altra. Lo afferma in un nuovo audio Yevgeny Prigozhin.
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