La salomonica verità
La miniserie sul caso Dybala, tra amore e calciomercato: la Roma voleva cederlo, lui voleva restare
Chissà come l’avrebbe raccontata David Messina, compianto collega unanimemente considerato l’inventore delle cronache di calciomercato, scomparso il 4 maggio scorso. Lui inventò i “valzer” che diventavano di volta in volta dei portieri e degli attaccanti, romanzando quel che in realtà nella quasi totalità dei casi è materia per freddi ragionieri. Il mercato calcistico è molto più prosaico, anche quando si chiude con un messaggio d’amore, perché in fondo capire cosa c’è dietro è il primo obiettivo di un pubblico disilluso che si innamora dei calciatori ma sa già di godere di un amore yogurt, con la data di scadenza. E così l’estate delle calcio chiacchiere ci ha regalato un paio di settimane di caso Paulo Dybala: una miniserie, se paragonata a certe più corpose telenovele kolossal del mercato.
L’offerta faraonica
Alla fine il giocatore argentino – che ha la faccia di un eterno ragazzino ma il 15 novembre prossimo compie già 31 anni e si avvia pur sempre a stipulare probabilmente l’ultimo contratto al rialzo della sua carriera prima dell’inevitabile ridimensionamento – ha deciso di restare alla Roma e respingere le sirene in arrivo dall’Arabia Saudita, ovvero dall’Al-Qadsiah, club di proprietà del fondo Aramco, neopromosso. Su Dybala, arrivato a Roma a parametro zero il 20 luglio 2022, il club aveva posto una clausola valida fino al 31 luglio di quest’anno da 12 milioni di euro. Da quel momento in poi ogni accordo doveva avere il benestare del club. Allo scadere della clausola il 31 luglio gli arabi hanno mandato una Pec alla Roma spiegando che non avrebbero voluto pagarla ma prendere Dybala accordandosi con club e giocatore.
La Roma al risparmio
La Roma, sapendo che una cessione di Dybala le avrebbe fatto comunque risparmiare 50 milioni lordi nelle prossime stagioni, ha chiesto agli agenti del giocatore di trattare il trasferimento. Dybala sin dall’inizio ha preso tempo mostrando di non essere entusiasta. Dopo una lunga trattativa e esternazioni chiare, per far capire che era soprattutto la Roma a volerlo cedere, Dybala all’inizio di questa settimana ha accettato un’offerta da 75 milioni per 3 stagioni. E veniamo quindi a giovedì 22 agosto quando va in scena a Trigoria un lungo incontro tra il club arabo e la Roma. Dopo l’una viene trovato un accordo, ma senza i Friedkin che sono in America ed al risveglio, appena sanno che l’accordo si è chiuso a 3 milioni più bonus, fanno muro e rilanciano: almeno 12 milioni, ovvero il valore della clausola.
La trattativa e la svolta
La trattativa riparte e non si sblocca. Alle 17,30 di giovedì la Roma fa sapere che non avrebbe accettato quella cifra. Alle 20 Dybala pubblica sui social di sua iniziativa il video che era stato preparato per l’addio, cambiando il testo che diventa un messaggio d’amore per club e tifosi. La Roma smentisce la visione romantica del giocatore e fa trapelare di essere stata lei a stoppare la trattativa, ritenendo ridicola l’offerta da 3 milioni. L’entourage del calciatore insiste: Dybala è stato colpito dalle lacrime dei compagni e l’affetto dei dipendenti del club. Per questo, non essendo mai stato convinto di accettare, decide di mettere fine alla vicenda. Noi ci fidiamo di entrambe le campane e andiamo per la verità salomonica certificata dai fatti: con tutta probabilità gli arabi si sono presentati con un budget ben definito che doveva comprendere ingaggio e cartellino (80 milioni grosso modo) e una volta trovato l’accordo col giocatore restava assai poco per il resto. Affare saltato quindi e Dybala ha dato appuntamento a domenica ai tifosi: all’Olimpico alle 20.45 arriva l’Empoli.
L’amore e il calciomercato
Non vi è dubbio sul fatto che Dybala (lo ha detto dal primo minuto) preferisse la Roma all’Al-Qadsiah, così come è chiaro che i Friedkin avrebbero risparmiato volentieri sul suo ingaggio, ma solo incassando qualcosa da reinvestire immediatamente. Un precedente simile? Nel gennaio 2009 Ricardo Kakà venne tentato dal Manchester City, che ai tempi era appena stato rilevato dalla proprietà emiratina ed era considerato una sorta di Arabia inglese, meta d’oblio più che di affermazione. L’affare non si fece, il brasiliano rifiutò e fecero tutti bella figura: il Milan che non andò all’incasso e lui che preferì restare.
A giugno arrivò il Real Madrid che si prese Kakà, ma a quel punto la memoria dei pesci rossi era già svanita. Difficilmente ci sarà un Real nel futuro di Dybala, ma il suo amore per la Roma non è in discussione, così come non è in discussione che nel calciomercato nessun amore, quando tutti i tasselli vanno a posto, è veramente indissolubile. E in questa occasione ce n’erano almeno due d’ingombro: la destinazione araba non gradita all’argentino e il budget che non poteva accontentare club e giocatore. Il resto lo lasciamo a chi, legittimamente, preferisce godersi il qui ed ora di un giocatore che certamente ha ancora tanto da dare alla nostra Serie A.
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