Trovato nudo, in fin di vita, sul pavimento del bagno turco di un club di San Giovanni. Gergely Homonnay, 52 anni, scrittore di origini ungheresi e influncer su Instagram, è entrato dalla porta del civico 28 di via Pontremoli, a un passo da piazzale Appio, alle cinque del mattino di sabato scorso.

Dopo aver brindato al nuovo anno, ha deciso di scendere la scala a chiocciola del club per soli soci e concludere la serata nel club di riferimento del mondo gay. Alle 12 era ancora vivo quando i titolari hanno chiamato l’ambulanza. Homonnay respirava a fatica, era praticamente incosciente. I medici hanno provato a rianimarlo ma non c’è stato nulla da fare.

L’attivista dei diritti Lgbt – scrive La Repubblica – “aveva molto paura che gli potessero fare del male” racconta sui social una sua amica, la teologa magiara Rita Perintfalvi, che aveva trascorso con lui quattro giorni nella capitale italiana prima di Natale. “Mi si spezza il cuore, non capisco e non ci posso credere”, ha scritto, “Gergely Homonnay è morto. Ho trascorso 4-5 giorni prima di Natale con lui ed Erzsi (un’amica, ndr) a Roma, abbiamo intrecciato molti progetti comuni. Gergely era felice e innamorato, ma aveva molta paura che gli potessero fare del male”.

Homonnay viveva a Roma ed era conosciuto dal 2018 per il suo impegno a favore dei diritti civili e della comunità Lgbt, in polemica con il governo di Viktor Orban di cui era un convinto oppositore. Nelle ultime settimane aveva diffuso sui propri canali social messaggi di critica a Katalin Novak, la ministra della Famiglia candidata da Orban alla presidenza della Repubblica nell’elezione in programma a fine gennaio. Il 2 dicembre era stato condannato in patria per diffamazione proprio per aver definito “un orribile verme nazista” la 44enne, astro nascente del partito conservatore Fidesz.

Redazione

Autore