Neppure la missione in Libano terrà la premier al riparo dalle tensioni nella maggioranza e nel governo. Giorgia Meloni è partita ieri, due giorni tra Beirut, dove ha il bilaterale con il premier Najib Mikati, e la base di Shama, dove opera il contingente italiano nell’ambito delle due missioni Unifil e Mibil. Il Libano, come sa chi segue un po’ la politica estera, non è una meta di cortesia ma una tappa delicatissima nel precario equilibrio che cerca di non far esplodere il quadrante mediorientale. I buoni rapporti di Meloni con Mikati sono preziosi, una necessaria assicurazione per l’Italia e i suoi soldati. Dunque bene fa la premier ad essere in Libano. Solo che anche lì sarà perseguitata da Salvini e poi Tajani e poi uno e poi l’altro. E siccome è giusto in queste circostanze guardare anche in casa, i Fratelli e le sorelle d’Italia non mancano di far pervenire i loro di problemi.

La mozione di sfiducia

L’ultimo, scoppiato proprio ieri mattina alla Camera mentre la premier si era appena alzata in volo con destinazione Beirut, ha un nome e un cognome: Daniela Santanchè. Mercoledì 3 aprile, alla riapertura dei lavori dopo la pausa pasquale, la Camera discuterà la mozione di sfiducia presentata dai 5 Stelle nei confronti della ministra del Turismo per le inchieste che le vedono coinvolta. Un dossier con tre capitoli: il 22 marzo la Procura di Milano ha notificato a Santanchè l’avviso di conclusione delle indagini per il filone che riguarda la presunta truffa ai danni dell’Inps messa in atto dalla società Visibilia di cui la ministra era amministratrice. L’avviso parla chiaro: tra il 2020 e il 2022 Visibilia avrebbe ricevuto dall’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale 126mila euro a titolo di cassa integrazione Covid destinata a tredici dipendenti, i quali però avrebbero continuato a lavorare normalmente.

Il caso falso in bilancio e riciclaggio

Nelle prossime settimane dovrebbe chiudersi anche un’altra inchiesta, sempre condotta dai pm di Milano: quella che vede Santanchè indagata per falso in bilancio (rispetto ai conti di Visibilia). Inoltre la Procura milanese sta indagando per riciclaggio sulla casa in Versilia comprata dal compagno di Santanchè, Dimitri Kunz D’Asburgo, insieme a Laura De Cicco, moglie del presidente del Senato Ignazio La Russa. Immobile comprato a 2,5 milioni di euro e rivenduto un’ora dopo a 3,5 milioni. L’ipotesi in questo caso è il riciclaggio. Se questo è un quadro per lo più noto, la novità è l’avviso di chiusura indagini per truffa ai danni dell’Inps. Un avviso di chiusura indagini, nei termini in cui è stato depositato, è l’anticamera di una richiesta di rinvio a giudizio. Un rinvio a giudizio non è una sentenza e neppure una condanna. Forte di questo sacrosanto principio di garanzia, Santanchè continua a fare le ministra, dispensa dati sui successi del proprio dicastero e sui disegni di legge approvati che valorizzano la voce turismo e rappresentano il 13% del Pil italiano.

Le dichiarazioni

Non ci pensa proprio a rimettere le deleghe. “Non ho nulla da aggiungere – ha detto ieri mattina arrivando al Tempio di Adriano a Roma per un convegno – non partecipo a processi mediatici, andiamo avanti. Ho fiducia nella Magistratura, finora avete visto com’è andata e quindi io sono tranquilla. Se voi pensate che per una chiusura di indagini una persona sia condannata, beh fate pure. Io mi sono sentita con la premier (Santanchè è Fratelli d’Italia, ndr) ed è serenissima nei miei confronti”. È chiaro che la premier fa di tutto per tenere lontano dalla sua agenda il caso della ministra del Turismo. La strada da qui alle Europee è già abbastanza infestata di trappole e insidie. Il problema è che Salvini, invece, ha fatto trapelare di voler porre la questione dimissioni sul tavolo della maggioranza. Ben sapendo che sarà un ulteriore problema e motivo di preoccupazione per Meloni che ha già le sue da dover gestire tra appoggio a Ursula von der Leyen, ingresso o meno in coalizione a Bruxelles per sostenere il bis dell’attuale Presidente magari in condominio con la famiglia dei Socialisti&democratici. Il tutto mentre da destra, i gruppi identitari e nazionalisti di “Identità e democrazia”, la famiglia politica di Salvini e di Lepen ma anche di Afd e dei portoghesi di Chega, sembrano conquistare posizioni nel gradimento del prossimo Europarlamento.

Il comunicato di Salvini

Lo scontro tra i due leader sull’Europa, le alleanze e l’appoggio è ormai uscito dai retroscena giornalistici ed è pane quotidiano delle cronache politiche.Salvini ieri mattina ha fatto uscire un comunicato a firma Lega in cui si dice certo che “la vicenda che riguarda il ministro Santanchè confermerà per l’ennesima volta la compattezza della maggioranza e la piena sintonia tra i leader”. E già, ma quale sintonia? Su cosa? Ieri sera Salvini era ospite a Porta a Porta. Sta tornando molto in tv il segretario della Lega. Avrà anche problemi interni e di consenso ma le destre stanno volando in Europa e questa è una minaccia per Meloni che in Europa e in politica estera ha scommesso sul centro-destra senza estremisti. Su Tajani e Partito popolare e von der Leyen, e non sulle destre e su Lepen-Salvini.

L’episodio

A chiarire cosa intende Salvini circa la compattezza della maggioranza sul caso Santanchè, è utile raccontare cosa è successo ieri mattina alla Camera. L’aula aveva appena finito di votare il nuovo codice della strada e c’erano le dichiarazioni sull’ordine dei lavori. In previsione della mozione di sfiducia del 3 aprile, Andrea Grimaldi, l’attento ed autorevole vice capogruppo dei Verdi e Sinistra, ha chiesto che “Meloni venga in aula ad informare il Parlamento per il ritiro delle deleghe alla ministra”. Lo ha fatto, Grimaldi, dopo aver ricostruito il quadro giudiziario della ministra. Puntando sul conflitto di interessi continuato e perenne che avvolge tutta questa storia: il rientro del debito con il fisco (giudicato dal Tesoro del governo di cui Santanchè fa parte); la presunta truffa ai danni dell’Inps i cui vertici sono nominati dal governo e via di questo passo. Il fatto è che fuori dall’aula, in Transatlantico, il deputato leghista Ziello ha cercato Grimaldi e gli ha dato la mano. “Bravo, ottimo intervento” gli ha detto. Si presume voglia dire che mercoledì prossimo la Lega non intende chiudere gli occhi e tapparsi la bocca sul caso. E così Santanchè insegue Meloni anche a Beirut.

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Giornalista originaria di Firenze laureata in letteratura italiana con 110 e lode. Vent'anni a Repubblica, nove a L'Unità.