C’è un’affermazione sul pontificato di papa Francesco che mette d’accordo tutti, dai tradizionalisti ai riformatori: il magistero di Bergoglio ha rotto gli schemi vaticani come nessun altro aveva fatto in precedenza. Ed è proprio per l’impronta marcata, trasmessa dal Santo Padre di Buenos Aires alla Chiesa, che ci si inizia già a interrogare sul suo successore e sulla direzione che vorrà impartire alla comunità cattolica. Il “Conclave” de L’Ora del Riformista di ieri, si è soffermato sull’analisi dei temi che potrebbero indirizzare la scelta del nuovo Papa, influenzando così il destino della Chiesa e del mondo.
Al dibattito, dal titolo Mondo Nuovo Papa Nuovo, moderato da Aldo Torchiaro, hanno preso parte il direttore, Claudio Velardi, Padre Giuseppe Bettoni, Fondazione Arché, diocesi di Milano, Francesco Boezi, vaticanista de Il Giornale, Cristiana Caricato, vaticanista di Tv2000, Giuseppe Di Leo, vaticanista di Radio Radicale, Pasquale Ferraro, giornalista de Il Riformista, Maurizio Stefanini, giornalista freelance e saggista, e Luciano Tirinnanzi, editore di Paesi Edizioni. La discussione è stata aperta da Velardi con alcuni spunti di partenza: «Il primo tema è quello del tasso di continuità o di discontinuità con Papa Francesco. Un metro di misura per la prossima scelta – spiega – sarà se insistere sulle grandi tematiche che hanno segnato il suo pontificato». Ma al prossimo Conclave, il più globale della storia, sarà protagonista come mai prima la geopolitica. «Ci sarà una presenza molto maggiore rispetto al passato – osserva il direttore – degli altri continenti. Il baricentro della Chiesa si sta spostando in una direzione più distante da Roma».
A fornire una risposta sui temi sollevati interviene Di Leo: «La dottrina della teologia morale non è stata messa in discussione neanche da Papa Francesco. Ha richiamato il valore della persona umana. Lo Stato di diritto – aggiunge il vaticanista – è un retaggio importante politico-culturale del cristianesimo. Su questo si misurerà la sensibilità della Chiesa che esprimerà il prossimo pontefice». E poi si pronuncia sulla composizione del prossimo Conclave: «Il grande problema – specifica – è che manca non solo l’arcivescovo di Milano, diocesi più grande d’Europa, ma persino l’arcivescovo di Parigi». L’assemblea che eleggerà il nuovo Papa, con le sue grandi assenze, sarà molto eterogenea e proprio a riguardo interviene Ferraro: «Nel precedente Conclave gli elettori provenivano da 48 paesi, oggi arrivano da 71 Stati diversi e gli europei non costituiscono la maggioranza. L’ossatura delle due grandi correnti – distingue – è quella tra conservatori e modernisti. E in questo pontificato, le due polarità si sono ritrovate nel Papa emerito, Benedetto e in Papa Francesco».
Sul mondo ecclesiastico e sul ruolo del Pontefice, Padre Bettoni esprime il suo punto di vista: «Mi piacerebbe recuperare la dimensione vivente della Chiesa, che vive il Vangelo in modo diverso nei vari continenti. Una Chiesa sinfonica dove un direttore d’orchestra, come Papa Francesco, ha saputo dare risalto a tutti». Tirinnanzi si concentra poi sui temi sociali che dividono le istituzioni ecclesiastiche: «Gli aspetti sociali sono tra i più importanti e critici. La questione dell’omosessualità divide la religione cattolica. Il prossimo Papa dovrà dire qualcosa in più. O la Chiesa si apre e affronta questi argomenti, oppure è difficile che questa sopravviva per come l’abbiamo conosciuta fino al Novecento».
Al nuovo mondo cattolico e alla sua rotta si ricollega Stefanini: «Nel momento in cui sta saltando l’Occidente, sta saltando anche quello che era l’ordinamento liberale, che era venuto dalle guerre mondiali. Conviene alla Chiesa – conclude con il grande interrogativo – che questo predominio dell’Occidente salti? Questo problema lo dovrà affrontare il prossimo Pontefice». Sull’identità del nuovo Santo Padre si sbilancia, in diretta da una San Pietro gremita, Cristiana Caricato: «È prematuro parlarne, ma è molto probabile che il prossimo Papa sarà italiano. Il candidato principe resta Parolin. La morte improvvisa di Francesco – chiarisce la vaticanista – può facilitare l’elezione di un Pontefice nostrano».