Il 26 giugno si celebra la “Giornata mondiale contro l’abuso e il traffico illecito di droga”, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1987. Abbiamo fatto passi in avanti nella lotta al narcotraffico grazie al contributo di grandi italiani come Giovanni Falcone, ma la lotta è ancora ben lontana dall’essere vinta. Sul fronte del consumo assistiamo a sempre nuovi fenomeni, e per questo servono strategia e tornare a parlare delle dipendenze senza timori. È un problema che si è fatto più complesso, come testimonia l’Osservatorio Europeo delle droghe e delle tossicodipendenze nella relazione 2022. Combattiamo un mercato che è continuamente in espansione e produce nuove sostanze, sempre più sintetiche e sempre più dannose per le persone che le usano. Bisogna fare più rete soprattutto tra sanità pubblica e privata, integrando possibilmente i percorsi di cura in un mondo che per anni ha vissuto di eccellenze, ma isolate e molto locali.

Crescono i giovani che usano sostanze stupefacenti – almeno il 40% degli studenti riferisce di avere utilizzato almeno una volta nella vita una sostanza illegale – così come aumentano i casi di concomitanza con problemi di salute mentale e disturbi psichiatrici. Se estendiamo la definizione di dipendenze includendo anche quelle patologiche senza uso di sostanze, come il gioco d’azzardo, l’alcool, lo shopping compulsivo, l’uso dei social, i disturbi alimentari, e le dipendenze sessuali, il terzo settore anche in questo campo ha sviluppato competenze straordinarie che necessitano di percorsi diversificati di presa in carico di giovani e adulti. Insieme alle realtà più note, è giusto mostrare anche altri percorsi virtuosi come la Comunità Marco Riva operante a Busto Arsizio dal 1983.

Due sono i pilastri su cui Don Isidoro ha fondato il suo metodo di recupero “Dallo sballo all’empatia”: la logoterapia e l’ergoterapia. La prima è la capacità di dialogo, il supporto guidato da un terapeuta e un educatore sulla comunicazione e il controllo dell’emotività. E poi il lavoro, l’ergoterapia, per la riabilitazione dei pazienti. Il lavoro responsabilizza, sviluppa la capacità di progettazione, insegna la fatica dell’impegno quotidiano. Paolo Castiglioni, responsabile del servizio della comunità, conferma sul campo i dati delle statistiche. Arrivano sempre più giovani, e molto più compromessi dall’utilizzo delle nuove droghe. Su questi ragazzi spesso è anche difficile impostare dei progetti lavorativi come si faceva in passato.

L’altra fascia è quella degli over 40 che arrivano dopo diversi fallimenti in altre comunità, e si trascinano un carico di problematiche irrisolte spesso legate alla salute mentale e ai disturbi psichiatrici. Cercano scorciatoie per evitare nuovi fallimenti o sono ormai senza prospettive, quindi è molto complesso persino il percorso di avvicinamento al lavoro. È sempre più indispensabile lavorare in rete con i servizi SERT e CPS perché anche laddove si riescono a fare progetti con esito positivo sul fronte tossicodipendenza, restano sul campo tutti i problemi sanitari legati alla salute mentale che vanno compensati e curati anche dopo l’uscita dalla dipendenza. Bisogna affrontare il problema a monte e in maniera multidisciplinare. Questo è il tentativo che viene fatto a Brescia dal 2010 con il consorzio “Gli Acrobati”, nato dall’intesa di tre cooperative fondatrici che operano da sempre nel settore delle tossicodipendenze: la Cooperativa di Bessimo, la Cooperativa il Calabrone e Gaia Cooperativa Sociale. Il Consorzio ha condiviso con l’ASL di Brescia la realizzazione dello S.M.I. (Servizio Multidisciplinare Integrato), anello di congiunzione ambulatoriale tra l’emergenza che porta alla richiesta d’aiuto, i servizi sanitari pubblici, e la comunità terapeutica residenziale.

Lo S.M.I. del Consorzio Acrobati prova a dare una risposta di sistema che passa anche dalla prevenzione. Il danno è già l’uso, come ricorda il presidente Zanelli di Acrobati, e bisogna arrivare prima per mettere al riparo i giovani. È il tentativo che sta facendo “Officina Acrobati”, progetto che ha come target i ragazzi dai 16 ai 25 anni. Vanno promossi percorsi che facciano anche educazione, e non solo repressione del fenomeno. Il direttore dell’EMCDDA, Alexis Goosdeel, nella sua “Relazione europea sulla droga: tendenze e sviluppi 2022” ha scritto chiaramente: «Riteniamo che il messaggio che emerge dalla nostra analisi delle tendenze in materia di droga per il 2022 possa essere sintetizzato come segue: “ovunque, tutto, tutti”» lasciando intendere che il fenomeno della tossicodipendenza può essere incontrato davvero ovunque nella società e i problemi della droga impattano su altre dimensioni sociali come l’esclusione abitativa o la gestione dei disturbi psichiatrici. Tutto, perché le nuove sostanze psicoattive sono molto presenti sul mercato, e chi consuma queste sostanze potrebbe non essere a conoscenza della natura di ciò che sta assumendo. Pertanto tutti siamo coinvolti in questa lotta senza quartiere alla droga perché ne siamo toccati, direttamente o indirettamente.

Lorenzo Guzzetti

Autore