Un senatore un po’ bizzarro della Lega che polemizza contro Mattarella, Salvini che non lo smentisce e la Meloni che si infuria. Questa è la notizia che ha smosso la Festa della Repubblica, nel weekend di vigilia delle elezioni europee, iniziata con le dichiarazioni del Capo dello Stato sul concetto di sovranità dell’Unione.

Il fatto

A lanciarsi nell’offensiva contro Mattarella ci ha pensato il leghista Borghi. Con un post sui social, ha attaccato il Presidente: “Oggi si consacra la sovranità della nostra nazione – ha ricordato – Se Mattarella pensa davvero che la sovranità sia dell’Unione Europea invece dell’Italia, per coerenza dovrebbe dimettersi”, rincarando la dose su un ironico scenario di riscrittura dell’articolo 1 della Costituzione.

C’è un aspetto biecamente elettorale, con la Lega (che una volta voleva la sovranità del nord) che soffia su un concetto di sovranità nazionale tipico del suo dna. Ogni volta che si aggrappa a questo tema lo fa con la volontà di guadagnare qualcosa sul piano dei voti, sapendo che c’è una parte dei cittadini che strizza l’occhio a qualunque cosa appaia come una difesa delle proprie origini, al concetto del passato dorato contro il presente brutto e cattivo. Ma questo è un modo di sentire che sta dentro una galassia composta, sovranista ma anche populista.

Paura del futuro

È l’elettorato che ha paura del futuro, ma anche l’esempio del concetto di sovranità che tende ad espandersi di pari passo a quello della società: una volta eravamo chiusi nelle nostre tribù, poi l’umanità si è evoluta, si è aperta, ha creato delle comunità, siamo arrivati a riconoscerci negli Stati Nazione cui abbiamo consegnato la sovranità, e ora è evidente che questo concetto va allargato a quello europeo. Perché solo allargando i nostri confini il nostro Paese può ritrovare speranza nel futuro. È un processo di civilizzazione che deve andare avanti. Benedetto Mattarella che ce lo fa capire, mettendo allo scoperto queste pulsioni anti-storiche che pian piano bisognerà superare.