Non chiederti quello che l’Europa può fare per te, ma pensa a quello che tu puoi fare per l’Europa. Un’Europa che noi giovani dobbiamo studiare, ma anche “meritare” come destinazione comune per i nostri sogni più grandi. “Europa destinazione comune” incorpora due significati e due ‘call to action’.
Primo, l’Unione europea deve essere la meta di noi riformisti italiani: se Renew Europe è il “kingmaker” al centro del Parlamento europeo e delle sue decisioni, noi italiani possiamo e dobbiamo rivestire un ruolo sempre più rilevante al suo interno.
Un primo grande passo è stato compiuto dal nostro Eurodeputato Nicola Danti, che è riuscito a diventare Vicepresidente del gruppo, occupandosi di questioni centrali per il progetto europeo, quali industria, efficienza energetica e cybersicurezza.

Un altro passo apparentemente piccolo ma simbolicamente vitale è la presenza, a questa edizione della scuola, di ben 50 ragazze e ragazzi stranieri, provenienti da ogni angolo d’Europa. Da Vicepresidente dei Giovani Democratici Europei (la giovanile del PDE, partito europeo di Italia Viva, aderente a Renew Europe) sono convinto che questo sia un grandissimo successo. Perché favorire un “erasmus politico” in Italia per giovani attivisti dei nostri principali alleati in Europa è un modo innovativo per dimostrare il valore politico della comunità riformista italiana. Ed è al tempo stesso un’occasione preziosa di arricchimento umano per i nostri giovanissimi, che a loro volta parteciperanno poi ad eventi simili in altri stati europei. Se i padri fondatori hanno fatto l’Europa, credo che stia a noi fare la cittadinanza europea.

La seconda ‘call to action’ contenuta nel titolo dell’articolo si riferisce a “comune” nel senso di comunità e città: un altro obiettivo a mio parere imprescindibile per rilanciare il sogno europeo è portare l’Europa a casa nostra.
Comune per comune, quartiere per quartiere, periferia per periferia, dobbiamo condividere con i nostri concittadini le opportunità, i fondi, le progettualità che l’Unione europea ci garantisce.
Come consigliere comunale di un piccolo comune della campagna Toscana (Massa e Cozzile), credo molto al valore territoriale del sogno europeo. Mentre i sovranisti criticano l’UE, vedendo in essa il capro espiatorio a cui addossare i loro errori, noi riformisti dobbiamo fare Politica. E Politica, ce lo insegna la scuola di Matteo Renzi, significa trasformare le opportunità dell’Europa in progettualità e politiche pubbliche per i nostri territori, anche quelli più periferici.

Non è un caso che questa edizione della scuola sia al confine dell’Europa, più vicino al continente africano che a Bruxelles, laddove la miopia sovranista esacerba una crisi migratoria che noi europei abbiamo il dovere di governare, non semplicemente di gestire.
Un altro esempio di ‘Europa a casa nostra’: nel mio comune abbiamo inaugurato un parco europeo dedicato a David Sassoli, dove i bambini possono giocare e le famiglie dialogare seduti sulle panchine dipinte di blu europeo. Una piccola rigenerazione urbana nel segno – finanziario e soprattutto simbolico – dell’Europa.
Un piccolo gesto ispirato da un grande e difficile compito: mettere l’Europa (e la politica) a disposizione di tutti, come “destinazione comune”, per l’appunto.
Questo è il mio modo di vedere la politica, questo il più prezioso insegnamento che mi porto dietro dalle 4 edizioni di “Meritare l’Europa”.

Matteo Brizzi

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