La prima vera emergenza del Paese, dopo la pandemia che ci ha fatto comprendere le nostre fragilità, è la lotta all’ignoranza, che ci sta facendo scivolare nelle classifiche mondiali. Abbiamo pochi laureati, pochi diplomati, alta dispersione scolastica. Siamo un paese ad alto tasso d’ignoranza, soltanto che non sappiamo di non sapere. Ma qualcuno nuota come un salmone controcorrente. Antonella di Bartolo, preside della Sandro Pertini in comprensorio scolastico situato in una zona, lo Sperone, ad alto rischio di degrado sociale di Palermo, ha lanciato da anni una crociata della comprensione del disagio, per battere la dispersione scolastica in quell’avamposto limitrofo a Brancaccio, il quartiere di Don Pino Puglisi e dei Graviano.

Lo Sperone era un antico borgo marinaro che si chiamava così per una piramide di pietra, dove venivano appesi i delinquenti squartati come monito a chi entrava in città dalla parte di levante. Agli inizi del secolo scorso era una fiorente zona di villeggiatura, con lidi attrezzati per i palermitani, la cosiddetta Costa sud era il mare di Palermo, Mondello era paludosa, ci passava pure una linea tranviaria. Oggi è un coacervo di palazzoni di periferia, su una costa non più balneabile. Il tasso di criminalità, spaccio di stupefacenti, gli scarsi servizi, mettevano questo quartiere ai massimi livelli di dispersione scolastica in una città che è già in fondo alla classifica.

Quale speranza hanno i ragazzi che non studiano, che non finiscono nemmeno la scuola dell’obbligo, per non parlare di una istruzione superiore, in un mondo che va verso la transizione digitale e l’innovazione tecnologica? O si trasformano in Neet o si “arrangiano” seguendo le regole delle famiglie e del quartiere. Antonella vincendo il concorso per dirigente scolastico ha scelto lo Sperone, voleva vedere con i suoi occhi la frontiera, come il tenente Kostner di Balla coi lupi, e tentare di capirla, di mettersi in contatto. E ci è riuscita, con enorme sforzo collettivo di tutta la sua squadra di collaboratori ed insegnanti, hanno fatto breccia in una popolazione diffidente ed arroccata nei loro palazzoni malmessi, perché non avevano mai visto lo Stato, se non nelle sue divise in forma punitiva.

I bambini, i ragazzi, sono tornati a scuola, hanno sentito il richiamo di una campanella che è l’unica occasione di sognare, di crescita culturale e sociale, di coltivare la speranza di non abbruttirsi in un nulla di non saperi, che li renderebbe poveri e schiavi. Nella globalizzazione odierna chi è ignorante, chi non cresce in competenze è destinato alla schiavitù. Antonella di Bartolo questo lo ha capito, i suoi occhi sono scuri per la concentrazione ed il suo sorriso disarmante, sta vincendo la sua battaglia e sta alzando una bandiera, repubblicana, sperando che altri la seguano. Domani c’è scuola è il titolo del suo libro presentato da Mondadori al Salone del libro di Torino. È un messaggio alla città ed al paese. Palermo, l’Italia, può rinascere solo dalla Costa Sud, dal suo mare abbandonato, dallo Sperone.

Giovanni Pizzo

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