Per i media, le autorità russe e per i canali social legati al gruppo Wagner, Evgheni Prigozhin era a bordo del jet privato Embraer precipitato nel pomeriggio nella regione russa di Tver in circostanza tutte da chiarire ma che sarebbero riconducibili ad un attacco della contraerea di Vladimir Putin.

In attesa di cristallizzare la dinamica dell’incidente, con il video del jet che precipita già diffuso sui social, resta da capire chi era effettivamente a bordo in un paese come la Russia dove la libertà di informazione non c’è e dove regna la propaganda del Cremlino (basta rileggere le dichiarazioni sulla guerra in Ucraina di Putin durante il suo intervento, in video-collegamento, al vertice Brics di oggi).

Secondo l’agenzia russa Tass “l’aereo Embraer stava volando dall’aeroporto di Mosca Sheremetyevo verso San Pietroburgo. A bordo c’erano tre piloti e sette passeggeri. Sono morti tutti”. A loro volta, i servizi di emergenza hanno riferito che sono stati ritrovati i corpi di quattro persone.

Sull’aereo partito da circa un’ora, Prigozhin figurava nell’elenco dei passeggeri secondo Rosaviatsia, l’agenzia federale del trasporto aereo russo, citata dai media russi. Oltre all’ex chef di Putin, a bordo del jet c’era il braccio destro Dmitri Utkin. Lo riportano diversi canali telegram legati alla stessa Wagner, tra cui Vck-Ogpu.

I parenti di Prigozhin – secondo quanto riferisce la testata di San Pietroburgo “Fontanka” – starebbero cercando senza successo di contattarlo dopo lo schianto di un velivolo diretto da Mosca a San Pietroburgo che lo vede presente nella lista dei passeggeri.

La morte di Prigozhin (ripetiamo, tutta da confermare nel regno della propaganda), era stata anticipata da Christo Grozev, capo delle indagini sulla Russia per Bellingcat, sito di investigazioni giornalistiche. In un’intervista al Financial Times aveva spiegato che entro sei mesi la storia tra Evgeny Prigozhin e Vladimir Putin era destinata a chiudersi: o con la morte del primo, o con un secondo tentativo di colpo di Stato.

“Nel caso di golpe, sarà meglio coordinato di quello di giugno. Sono agnostico fra le due possibilità, ma fermamente convinto che una delle due si verificherà. Neanche l’élite russa è favorevole alla guerra in Ucraina – aggiunge Grozev –  ma finora non ha preso alcuna iniziativa aperta contro Putin”. L’esperto ha sottolineato che l’obiettivo delle sue indagini giornalistiche è dimostrare che il modello di governo russo è fallimentare e destinato a crollare, col fine di scoraggiare aspiranti dittatori e impedire l’instaurazione di regimi autoritari. Attualmente, Grozev – cittadino bulgaro –  sta indagando sulle cosiddette “spie dormienti“, agenti che vivono in Paesi nemici fino a quando ricevono ordini da Mosca per agire.

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