Volodymyr Zelensky, nel suo intervento all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite di ieri, si è appellato al mondo: la compattezza totale è una condizione imprescindibile per arrivare alla pace. Un accordo che però deve essere «giusto» e che non può tradursi nella resa al Cremlino. Il presidente dell’Ucraina ha rilanciato la proposta diplomatica in 10 punti chiave che prevede, tra le altre cose, il ritiro di tutte le truppe di Mosca e un trattato legalmente vincolante contro possibili future aggressioni della Russia.

«L’Ucraina non cederà mai a quello che tutti riconoscono come un brutale passato coloniale, è una cosa che non può essere più imposta a nessuno oggi, men che meno all’Ucraina». Zelensky inoltre ha espresso preoccupazione per i piani di Putin, che potrebbero sfociare nell’attacco ai tre impianti nucleari in Ucraina per distruggere la rete energetica del paese: «Abbiamo questa informazione e le prove». Sarebbe un dramma, considerando l’avvicinarsi del terzo inverno del conflitto. Così come sarebbe catastrofico un incidente nucleare: «C’è il rischio che le radiazioni raggiungano altri paesi europei se viene provocato un disastro».

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