Più volte nella mia esperienza parlamentare europea ho sentito il vero e proprio razzismo con cui i Paesi del Nord giudicano l’operato di quelli del sud. È un razzismo politico, alimentato di forti stereotipi, ma ha un peso molto grande nelle articolazioni della gestione politica e burocratica dell’Unione. È un bias, come va di moda ora chiamarlo, che influenza a favore dei Paesi del nord tutte le scelte che contano. E fa sì che le proposte che arrivano dai Paesi del sud abbiano difficilmente ascolto. Anche questo è un paradigma che deve cambiare se si vuole tenere acceso un lumicino di speranza a che l’Europa come unione di Stati possa prima o poi realizzarsi. Purtroppo - ma è anche un’opportunità - l’epidemia avrà la forza di imporci quello che non abbiamo mai avuto, ovvero un approccio unificato, dal momento che nessuno in Europa è esente dagli effetti dell’epidemia, nord o sud che sia. Non abbiamo scelta, se vogliamo essere efficaci nella lotta al Coronavirus. Ma le scelte politiche sono fatte da donne e uomini, ciascuno con la sua visione della realtà, ciascuno con i suoi stereotipi. Per questo paradossalmente sarebbe importante che in funzioni chiave del meccanismo decisionale europeo ci fossero maggiormente persone portatrici della cultura politica del sud, a compensare e integrare la potenza economica e la compattezza del nord. Per questo Draghi, figura indipendente e di straordinario livello, per la quale Berlusconi ha fatto una delle battaglie più intense che io ricordi, ha funzionato a capo della Bce. Testimone della flessibilità e della cultura umanistica del meridione d’Europa, ha saputo al momento giusto mettere in campo tutta la sua autonomia. E l’autonomia non si trova per caso, ma è una faticosa conquista che si raggiunge grazie alla conoscenza di sé e alle condizioni culturali che ci consentono questa conoscenza. Sono qualità di cui la Lagarde per ora non ha dato prova, avendo lei stessa reso palese la propria sudditanza alla linea tedesca. In tempi di carenza di leadership politiche e di urgenza di decisioni illuminate e coraggiose è verso il sud dell’Europa che bisogna guardare. Lì sono rimaste l’umiltà e il valore riconosciuto alla persona umana che occorrono in questi tempi drammatici. Altrimenti prevarrà la logica del gregge che piace tanto a Boris Johnson: magari, come ha sostenuto lui, ci renderà immuni al Coronavirus, ma non vorrei che ci rendesse anche immuni all’intelligenza e alla realtà.
La ricetta per salvare l’Ue: Stati del Sud alleati contro tirannia del Nord
