Non ha legato con Giorgio Mulé, vicepresidente della Camera, e considera un figlio gay un “milanista”, una persona che “accetterei con dispiacere”. A parlare è Ignazio La Russa, seconda carica dello Stato, fedelissimo di Giorgia Meloni. E lo fa nel corso della registrazione del programma “Belve” condotto da Francesca Fagnani, in onda in prima serata martedì 21 febbraio su Rai 2.

“Mules? Come si chiama il vicepresidente della Camera. Quello che non mi è mai piaciuto è l’attuale vicepresidente della Camera Mulè. Non è un nemico, non mi è simpatico” ha spiegato il presidente del Senato, aggiungendo che rispetto a tanti anni fa “il livello estetico delle donne nel centro destra è diminuito ma è aumentato quello della qualità. Le donne di sinistra? Non le guardo. La parità tra uomo e donna ad esempio in parlamento non si ottiene con le quote rosa ma – precisa – quando una donna grassa brutta e scema rivestirà una carica importante. Perché ci sono uomini brutti grassi e scemi che ricoprono ruolo importanti”.

La Russa spiega poi che un figlio gay “lo accetterei con dispiacere. Perché una persona come me eterosessuale vuole che il figlio gli assomigli. Però se non mi assomiglia pazienza. È come se fosse milanista”, ha sottolineato.

Tornando al busto di Mussolini presente in casa, La Russa spiega che adesso è traslocato dalla sorella. “Ha detto che si è rotta le scatole di sentire parlare del busto. Dice, chi l’ha detto che papà l’ha lasciato a te? L’ha lasciato a noi. Quindi gliel’ho dato. Non ce l’ho più. Mio padre – ricorda – era coerente con la sua storia. Amava la libertà, perché aveva un passato sicuramente vicino al passato Regime. Tutti dicono che assomiglio moltissimo a mio padre, ma in realtà mi trovo in tanti aspetti in mia mamma”.

Sul caso Cospito critica gli esponenti del suo partito che hanno accostato “il Pd alla mafia” ma “criticare alcuni parlamentari che fanno un gesto che potrebbe non essere chiaro, si può fare”. Quanto all’asse Delmastro-Donzelli, La Russa è chiaro: “La discussione si sarebbe incentrata in maniera chiara sulla visita dei parlamentari del Pd al detenuto Cospito. Così invece abbiamo guardato il dito e non La luna, e non è stato utile”.

Poi il chiarimento sul siparietto con Berlusconi in Senato subito dopo il trionfo alle politiche dello scorso settembre. “Il ‘vaffa’ di Berlusconi era per Giorgia. Lui era molto arrabbiato, perché Giorgia aveva posto dei paletti sui nomi dei ministri. Cosa che lui non aveva gradito. Quindi se La prendeva con me, ma se La stava prendendo con Fratelli d’Italia”. La Russa ha sottolineato che “i paletti erano per La Ronzulli” perchè “il passato rapporto tra Fratelli d’Italia e Ronzulli” non consentivano di superarli.

 

 

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