In tutta Europa spie russe e loro collaboratori stanno cercando di colpire obiettivi legati all’Ucraina, hackerando servizi idrici, incendiando magazzini financo complottando per colpire le basi militari americane in Germania (ma l’allarme è esteso anche alle basi in Italia). Il timore dall’intelligence occidentale è che anche le comunicazioni sottomarine possano essere paralizzate in caso di crisi o in tempo di guerra, o sfruttate per trafugare segreti in tempo di pace.

Un esempio? Non molto tempo fa una parte del governo britannico chiese ad un noto think-tank di Cambridge di condurre una ricerca sulle infrastrutture critiche sottomarine. A metà del processo però, Ruth Harris, la responsabile del progetto, si rese conto di aver inavvertitamente portato alla luce molti dettagli sensibili che avrebbero potuto essere sfruttati dalla Russia o da altri avversari. Quando si rivolse al dipartimento governativo, rimasero scioccati. La reazione fu: “Oh mio dio. Questo è un segreto”. E quando il governo di Sua Maestà apprese che il team della Sig.ra Harris proveniva da tutta Europa, cambiò immediatamente le regole d’ingaggio: “I risultati del lavoro dovranno essere visibili solo al Regno Unito”.

Marco Antonellis

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