Gazprom, il gigante dell’energia russo, ha ridotto di un terzo le forniture di gas all’Italia da oggi al 21 luglio. Circa 21 milioni di metri cubi arriveranno oggi invece dei 32 milioni previsti. Per “lavori di manutenzione ordinaria” ha dettato l’azienda in un comunicato. Si teme la ritorsione per le sanzioni spiccate dopo l’invasione dell’Ucraina. E infatti lo stop non riguarda solo l’Italia. Il vicencancelliere tedesco Robert Habeck non ha nascosto i suoi timori: “Tutto è possibile, tutto può succedere. È possibile che fluisca di nuovo più gas, anche più di prima. Ma può anche succedere che non arrivi proprio niente”. E quindi si parla di Austerity. Scenario grottesco, lo spettro di un razionamento che si fa sempre più concreto: con negozi e uffici pubblici a chiudere prima, lampioni spenti, tagli all’illuminazione anche nei locali privati.
Secondo quanto riporta Il Messaggero da Palazzo Chigi fanno sapere che la situazione è sotto controllo ma comunque il governo avrebbe pronto un piano di emergenza, una sorta di piano B, articolato in diversi step. Una fase due che potrebbe scattare nel caso di blocco totale alle forniture di gas mentre da subito partirà una campagna di sensibilizzazione per il risparmio. Secondo i calcoli con il razionamento residenziale si può arrivare a risparmiare il 20% del gas che arriva dalla Russia. L’Unione Europea presenterà tra poco più di una settimana un piano di strategia unitaria per coordinare le risposte dei 27 Paesi membri.
A seconda delle necessità il piano italiano dovrebbe attraversare più fasi. La temperatura dei termosifoni nelle case sarà ridotta di due gradi e potrebbero essere imposti paletti sugli orari anche se non sono specificate le fasce; coprifuoco serale sull’illuminazione in casi estremi, tagli all’illuminazione pubblica e nei musei; chiusura anticipata degli uffici pubblici, in casi estremi alle 17:30; riduzione del riscaldamento a 19 gradi negli uffici pubblici; chiusura anticipata dei locali privati come bar, ristoranti, pub e discoteche alle 23:00; chiusura anticipata dei negozi alle 19:00; riduzione del gas e delle elettricità alle imprese “interrompibili”.
Il piano sull’illuminazione pubblica potrebbe arrivare a ridurre l’illuminazione al 40%, “il che vuol dire accendere un lampione su due di notte”. Il limite all’uso dei condizionatori in casa potrebbe essere tarato a 27 gradi. Delle imprese colpite in prima battuta farebbero parte, secondo Repubblica, quelle più energivore: cementifici, acciaierie, ceramica, vetro. Il piano prevederebbe anche un maggiore utilizzo dell’energia derivata dal carbone e le estrazioni di gas dalle trivellazioni come la possibilità di ricorrere alle riserve strategiche negli stoccaggi.
Il 27% dei consumi italiani riguarda le famiglie, tra riscaldamento e illuminazione. Le misure sono estreme, potrebbero intervenire nel caso in cui dovranno essere abbassati drasticamente i 72 miliardi di metri cubi consumati ogni anno in Italia. In arrivo intanto aiuti sulle bollette. Il piano dovrebbe scattare in inverno. “Del resto la Germania, che si trova in una situazione più critica della nostra, è già pronta a far scattare i suoi razionamenti”.
“Risparmiare energia è un dovere”, ha detto il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani. “Se abbassassimo di un grado la temperatura media del riscaldamento e diminuissimo di un’ora il periodo di riscaldamento giornaliero potremmo risparmiare circa 1 mld e mezzo, 2 miliardi di metri cubi di gas. Così come il passaggio ai sistemi di illuminazione a led consentirebbe di arrivare a risparmi totali di circa mezzo miliardo di metri cubi di gas annuali. In tutto questo le famiglie risparmiano in bolletta”.
Era “un po’ un suicidio” dipendere “per il 40% del gas dalla Russia. Scoppiata la guerra abbiamo sostituito questi 30 miliardi dimetri cubi di gas con 25 miliardi da sei fornitori diversi. Perché abbiamo potuto decidere questa riduzione di cinque miliardi di gas? Perché li sostituiamo con le rinnovabili, che col Pnrr abbiamo accelerato”. Secondo il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli “abbiamo 16 miliardi di metri cubi di stoccaggio a fronte dei 70 che consumiamo. Dobbiamo arrivare al 90% prima che inizi l’autunno”.