La Sardegna è la prima zona bianca: Basilicata e Molise zona rossa e altre tre in arancio

Foto Mauro Scrobogna /LaPresse 16-04-2020 Campagnano romano (Rm), Italia Cronaca Coronavirus, emergenza sanitaria Nella foto: casa di riposo Santa Maria del Prato, intervento dell'unita dei volontari dell'Ordine dei Medici per effettuare test sierologici Photo Mauro Scrobogna /LaPresse April 16, 2020  Campoagnano romano (Rm), Italy News Coronavirus outbreak: health emergency In the picture: The health care residence Santa Maria del Prato, intervention of the volunteer unit of the Order of doctors and surgeons to carry out sierological tests

La nuova ordinanza firmata dal ministro della Salute Roberto Speranza fa sognare: c’è una prima regione ad essere entrata in zona bianca ed è la Sardegna. A partire da lunedì 1 marzo passano invece in area arancione le Regioni Lombardia, Marche e Piemonte e in area rossa le Regioni Basilicata e Molise. In giallo invece va la Liguria.

L’isola per la terza settimana consecutiva ha registrato cifre confortanti, tali da giustificare una riduzione delle misure di contenimento della pandemia. Infatti, l’Rt è il più basso in Italia (0.68) con 29,47 casi per 100.000 abitanti. Inoltre, nell’ultimo aggiornamento dell’Unità di crisi regionale sono stati rilevati 70 nuovi casi, con un tasso di positività sceso all’ 1,7%. I decessi ieri sono stati ancora alti, cinque, ma sono calati sotto i 250 i posti letto occupati da pazienti Covid negli ospedali sardi (-5) nei reparti di medicina, mentre è rimasto invariato il numero di ricoverati nelle terapie intensive.

50 casi ogni 100mila abitanti l’hanno fatta entrare nei parametri per la zona bianca. Questo per i sardi significa libertà di spostamento e apertura di tutte le attività: bar e ristoranti, anche alla sera, piscine, palestre, luoghi di cultura e cinema e teatri. In zona bianca andrebbero comunque sempre osservate rigidamente le norme sull’obbligo di mascherina e di distanziamento nei luoghi pubblici sia al chiuso che all’aperto e il coprifuoco.

È comunque in corso il tavolo di confronto tra Ministero della Salute, Iss e Regione Sardegna per definire le modalità attuative del passaggio, anche perché nell’isola ci sono alcuni focolai dove si registra la diffusione della variante inglese del virus. Bono, comune del centro nord dell’isola, La Maddalena, a nord est e San Teodoro, sulla costa nord orientale, sono infatti ricorsi alla chiusura totale.

In campo nazionale, intanto, il primo Dpcm del governo Draghi, che resterà in vigore fino al 6 aprile ha confermato le restrizioni fino a Pasquetta e l’attuazione di misure più severe a macchia di leopardo, nei comuni i regioni dove l’andamento dell’epidemia, in rapporto al numero di abitanti e disponibilità di posti in terapia intensiva, consiglia prudenza.
Dal 27 marzo potrebbero invece riaprire cinema e teatri con ingressi contingentati ma solo in zona gialla.