La scena passionale tra Riccardo Scamarcio e Monica Bellucci in Manuale d’Amore 2, è diventata immediatamente un cult. Una lunga giornata sul set che l’attore continua a ricordare nelle sue interviste, l’ultima delle quali sullo sgabello di Francesca Fagnani a ‘Belve’.

Riccardo Scamarcio e Monica Bellucci in Manuale d’Amore 2

Quando la giornalista lo ha interrogato su quel lontano 2007 ha iniziato a ricordagli il commento di Monica Bellucci, che ha definito quella scena come la più “erotica che abbia mai interpretato”. Scamarcio, quasi costretto a confessare, in imbarazzo ha detto di poter ricambiare: “Ci mancherebbe”, ma ammette di essersi attirato addosso l’odio di tanti uomini.

“È stata un’esperienza ‘morbida’”, commenta stranamente Scamarcio che interpretava un paziente su sedia a rotelle innamoratosi della sua infermiera. Per poi raccontare come sia “stato difficile rimanere passivo”. “Siamo fatti di carne ed ossa, uno può avere anche delle reazioni involontarie!”.

Riccardo Scamarcio, sette ore per girare la scena

Per registrare il take migliore ci sono volute sette ore, una scena durata fino alle quattro di notte: “Sette ore a fingere un amplesso, uno ad un certo punto si stanca”.

Continuando a parlare della sua carriera, Scamarcio ha poi espresso il suo dispiacere per non aver ricevuto premi importanti. La ‘colpa’ a suo avviso sarebbe anche quella di aver pestato troppi piedi tra produttori e registi”, che gli avrebbe fatto perdere la buona opportunità. “Quando è successo, sono andato a lavorare all’estero e ho fatto calmare le acque. Mi riferisco a registi e produttori. Ho tanti nemici? Mi sembra evidente”. In amore invece è da qualche tempo vicino a Benedetta Porcaroli, 19 anni più giovane. Il loro rapporto – interrotto per un breve periodo – è ripreso recentemente. “Sono innamorato”, ha confessato a Belve. “Chi non mi sopporta invece è perché posso essere molto polemico”.

Scamarcio e l’infanzia

“Da piccolo sono stato monello, a 13 anni guidavo già la macchina”, racconta. Fagnani gli ricorda il cambio di tre indirizzi scolastici e il lavoro col padre “tra animali morti e vivi in attesa di essere macellati”. Poi il recupero per iniziare la carriera artistica: “Ho fatto 4 anni in uno, più il quinto. Lo so, non è educativo”, racconta ridendo.

Scamarcio a Belve: “Mi sento un Leone”

“Che belva mi sento? Un Leone. Simbolo della mia città e della mia squadra del cuore, la Fidelis Andria”. Nel resto dell’intervista Scamarcio non si mette troppo a nudo: “Non voglio far conoscere agli altri come sono, io faccio l’attore. Stasera non sveliamo tutto, evitiamo di andare in profondità”, continua il 45enne. “Tre attori italiani più bravi di me? Marinelli, Castellitto ed Elio Germano”.

Redazione

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