Dopo aver ascoltato le aziende innovatrici della scuola, torniamo ai protagonisti sui territori. Oggi andiamo a Bassano del Grappa e incontriamo la Dirigente Scolastica del’ITET Einaudi, un Istituto tecnico economico e tecnologico (ex ragioneria ed ex geometri) con 1800 alunni: la Professoressa Laura Biancato. Ci conosciamo da anni e Biancato è una “veterana” dall’innovazione della scuola, una donna solida di sessant’anni, dirigente scolastica da 29 anni, la cui scuola è una eccellenza nel panorama italiano.

Con lei cerchiamo di fare il punto sullo stato dell’arte della innovazione della scuola in Italia: “Bisogna dire innanzitutto che negli ultimi due anni c’è stato un grande salto in avanti nella innovazione degli ambienti di apprendimento, grazie al fatto che mai ci sono stati così tanti fondi. In passato c’erano fondi per innovare gli ambienti, ma erano pochi, oggi, volendo, si può innovare tutta la scuola. Nello stesso tempo, accanto a questa accelerazione, la innovazione della didattica va più a rilento, non segue questo trend”. Biancato ci spiega perché accade questo partendo dalla sua ricca esperienza: “Molti docenti non si formano ancora sulla didattica innovativa, è ancora un numero insufficiente quello che si forma. Con il PNRR ci sono molti finanziamenti sulla didattica digitale e noi siamo un polo formativo. Nella mia scuola abbiamo formato 1500 docenti, ma c’è una parte che si forma e aggiorna moltissimo, un’altra parte che non si aggiorna affatto”.

Biancato riflette su un punto molto interessante: “Sono molti anni che ci ragiono essendo una dirigente e penso che i fondi che vengono erogati a livello nazionale andrebbero erogati in modo diverso. Faccio un esempio, alcuni fondi per esempio, quelli per gli atelier creativi o per le tecnologie, vengono erogati anche quando il progetto della scuola richiederebbe investimenti in altri settori. I fondi dovrebbero essere erogati solo dopo una programmazione personalizzata da parte della scuola, dietro la presentazione di un progetto che risponde alle esigenze di quella scuola e di quel territorio. Le scuole dovrebbero essere protagoniste della loro innovazione”. Biancato ci spiega perché a suo parere non avviene questo “Il problema si chiama fiducia, non c’è sufficiente fiducia nella capacità dei Dirigenti scolastici di progettare le loro esigenze autonomamente, quindi deve arrivare tutto dall’alto”.

Un secondo argomento che voglio affrontare con Laura Biancato è quello molto attuale della valutazione. La dirigente ne scrive spesso sulle sue pagine e con serietà e voglia di sperimentare sta cercando di costruire soluzioni nuove, che tengano conto di un dato fondamentale: “Non si può pensare di innovare la didattica senza innovare gli strumenti di valutazione. Se ci avviamo verso una didattica non più trasmissiva, ma collaborativa e interdisciplinare, non possiamo valutare i nostri alunni, profondamente cambiati, con metodi del passato”. Una affermazione ineccepibile, e ci facciamo spiegare: “Innanzitutto bisogna chiarire un punto: noi abbiamo dei vincoli legislativi e ordinamentali, dobbiamo assegnare voti e a fine anno fare gli esami. Da questo non si può prescindere, ma si possono sperimentare nuove modalità essendoci margini di libertà. Nella mia scuola l’anno passato abbiamo cominciato a riflettere sulla valutazione formativa diversa da quella vecchia “sommativa”. Abbiamo elaborato un vademecum e fatto scelte graduali”.

Scuola, cambiare le valutazioni: “No a voti al di sotto del 3”

Biancato ci spiega le linee del vademecum: “Abbiamo deciso di non assegnare più voti al di sotto del 3, perché 0, 1 e 2 sono stroncature dal punto di vista emotivo, e agevoliamo l’assegnazione dei voti più alti; ogni voto deve essere motivato dal docente e dare un feedback all’alunno, tutto questo ovviamente comporta maggior impegno del docente, e uno stimolo a migliorarsi per l’alunno; abbiamo cambiato i periodi di valutazione che in genere si effettuano nel trimestre e nel pentamestre. Quest’anno abbiamo deciso di dare una valutazione a novembre che diventa una valutazione del punto di partenza dell’alunno, un modo per stabilire le sue capacità iniziali aprendo alla possibilità temporale di miglioramento, stabilendo sin dall’inizio dell’anno chi ha bisogno di supporto. Da novembre a maggio si potrà personalizzare l’insegnamento e differenziare le discipline. A febbraio facciamo un secondo monitoraggio senza voti, in modo da valutare il percorso di crescita e se necessario parlare con i ragazzi e con le famiglie, aiutandoli a migliorare con maggiore consapevolezza”. Quello che emerge, a parer mio, dalla sperimentazione di Laura Biancato sulla valutazione è la personalizzazione dell’insegnamento, la opportunità di un orizzonte temporale di miglioramento che toglie stress e la relazione stretta che deve esserci tra innovazione della didattica e innovazione degli strumenti di valutazione che hanno come mission la crescita delle giovani generazioni.

Avatar photo

Ho lavorato in tutte le istituzioni italiane: Assessora al Comune di Firenze, Presidente di Agensport - Regione Lazio, Deputata della Repubblica, Consigliera di tre Ministre della Repubblica. Dal 2016 sono Coordinatrice del Comitato Organizzatore di “Didacta Italia”, l’edizione italiana di “Didacta International” la Fiera della Scuola più importante del mondo che si svolge in Germania. Sono sposata con Ricarda Concia, criminologa tedesca, con cui vivo a Francoforte dal 2014.