Addio vicino?
La settimana Santa della ministra Santanché, processo e bordate agli alleati
Daniela Santanchè non sarebbe più nelle grazie della premier. La titolare del Turismo rimane sui carboni ardenti per le vicende giudiziarie e non ha brillato per iniziativa sui fronti caldi, balneari su tutti. Carlo Nordio – garantista doc – non vede problemi formali per la prosecuzione del mandato della collega del Turismo: «Da un punto di vista giuridico, formale e politico sicuramente Santanché non dovrebbe dimettersi», ha sottolineato il Guardasigilli. Vige il principio della presunzione di innocenza fino al terzo grado di giudizio. E ci mancherebbe.
Rimane la questione di opportunità e quella del sentiment, della reputazione di cui gode il governo. A quei fattori Meloni è sempre più sensibile. E Santanchè non si aiuta: misura le uscite con il contagocce, ma tra le poche dichiarazioni non manca di dare una bordata all’alleato azzurro: «Non ho ancora letto la proposta» sulla cittadinanza del ministro Antonio Tajani.
«Secondo me noi oggi abbiamo le priorità che sono quelle del nostro programma di governo con cui ci siamo presentati agli elettori italiani. Facciamo il programma poi se c’è da aggiungere altro se ne parla, con il Presidente del Consiglio, che come sempre ha fatto troverà la sintesi». Un modo garbato per chiudere a ogni ipotesi di Ius scholae, o Italiae come viene chiamato dai promotori. A Palazzo Chigi temono che la posizione di Santanchè possa aggravarsi e avrebbero sondato il capogruppo Fdi alla Camera, Tommaso Foti, per sostituirla. Ieri la domanda è stata posta all’interessato.
«Dico solo una cosa: hic manebo optime. Io poi voglio talmente bene alla mia amica Daniela che spero, penso e mi auguro che non debba assolutamente trovarsi nelle condizioni di doversi dimettere. E lei comunque ha già detto che non si dimetterà». Per la cronaca, ieri ha chiesto di patteggiare Visibilia Editore spa, imputata assieme, tra gli altri, alla ministra del Turismo Daniela Santanchè nell’udienza preliminare con al centro l’accusa di truffa aggravata ai danni dell’Inps per presunte irregolarità sulla cassa integrazione in deroga nel periodo Covid. E la difesa della senatrice di FdI ha chiesto che il procedimento venga trasferito per competenza territoriale a Roma, sede dell’ente previdenziale, e sull’istanza difensiva il gup di Milano Tiziana Gueli deciderà il prossimo 23 ottobre. Nel frattempo, l’Inps è stato ammesso come parte civile per i danni patrimoniali e di immagine. «Deve tutelare l’interesse pubblico», ha liquidato la cosa Giovanni Donzelli, responsabile organizzazione FdI.
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