Il termine Sicilia per i greci antichi, conquistatori di quest’isola nel mezzo del Mediterraneo, rappresentava la fusione di sikè e aelìa, fichi e olive, abbondantissimi sin da allora in Sicilia. Ma il termine eleos, olio, significava anche compassione e misericordia. Quella che gli dei ellenici avevano per la terra che fece innamorare in età romantica Goethe e Maupassant, nel loro viaggio per il Continente Siciliano. Ed è proprio l’olio a restituire compassione a questa terra martoriata. Quasi due anni fa nel Belice caro ai Greci, in particolare a quelli di Selinunte, città archeologica straordinaria e non ancora sufficientemente valorizzata, un gruppo di 12 agricoltori, come gli apostoli, si riuniscono dal notaio a Partanna, e fondano una cooperativa consortile. Per fare due cose importantissime a queste latitudini: Olio e Libertà.

Gli apostoli dell’olio e Messina Denaro

Le olive in questo comprensorio erano comprate da un oligopolio, in gran parte deviato, in quanto afferente ai “sensali” di MMD, Matteo Messina Denaro, Boss di Castelvetrano e Signore del vento, ma anche dell’olio, essendo il Belice uno dei più grandi giacimenti di olive d’Italia. Olive pregiate, la Nocellara del Belice, famosa in tutto il mondo. Questi dodici, che adesso sono cresciuti apostolicamente, hanno avuto coraggio a ribellarsi ai signori, in alcuni casi mafiosi, del cartello delle olive, e si sono messi in proprio, imbustando le loro olive da mensa e producendo il loro olio. Gli dei, avendo compassione per l’olio, li hanno favoriti, e dopo due mesi il temuto superlatitante della porta accanto, Matteo Messina Denaro, viene catturato, guarda caso insieme ad un noto sensale di olio.

Loro hanno avuto la dignità del lavoro e la forza del coraggio, capitanati da una donna di legge e salme di terra, dal nome gentile ma dal carattere ferreo, intrepida ed intraprendente, e si sono riscattati, han partecipato a fiere e mercati in tutto il mondo, hanno realizzato in pochissimo tempo uno stabilimento tutto loro, e in soli due anni sono una realtà solida, che restituisce onore e valore ad un’isola che ancora troppo spesso piega la testa e la schiena.

La forza dell’olio e le risorse idriche da saper gestire

L’olio ha un preciso significato nella liturgia biblica, rappresenta l’unzione dello Spirito Santo, che risana e riempie di doni e carismi. Il sincretismo tra gli Dei Greci e il Dio Cristiano tramite l’olio, se i siciliani capiscono e fanno tesoro, può portare quella misericordia per un’isola martoriata da mafia, indifferenza ed ignoranza. Se non si uccide la speranza e la forza dell’olio con l’incapacità di gestione delle risorse idriche. L’indifferenza e l’ignoranza sono peggio della Mafia, ma i 12 apostoli dell’olio, siamo certi, batteranno anche loro. Finché c’è olio c’è speranza.

Giovanni Pizzo

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