Perché non evitare l’incontro con Giorgia Meloni a Roma, perché non evitare di essere il primo capo del governo in Europa a stringerle la mano? Chiedevano questo, con toni irosi, ieri, alcuni antimacronisti di sinistra a Macron. Perché è lei a capo del governo italiano. O perché l’ha chiesto Mattarella. Sono queste le risposte che per ora non sembra abbia dato il presidente francese, arrivato a Roma l’altro giorno per una iniziativa della comunità di Sant’Egidio sulla guerra in Ucraina, e per un incontro con papa Francesco.
La polemica è partita da singoli esponenti della Nupes, la coalizione delle sinistre francesi (France Insoumise, Partito socialista, Europe Ecologie Les Verts e Partito Comunista). Di “banalizzazione senza frontiere dell’estrema destra” ha parlato il segretario del partito socialista Olivier Faure. Una “condiscendenza con il fascismo e con l’estrema destra che è abbastanza incredibile” ha lamentato la deputata ecologista Sandrine Rousseau intervistata da France 2. Si sarebbe dovuto “esprimere disapprovazione – sono state le sue parole – non cooperiamo con regimi che si richiamano alla storia di Mussolini”. “I fascisti francesi a ruota libera surfano senza dignità sulla morte di Lola – ha detto Mathilde Panot, capogruppo de La France Insoumise, il partito di Melenchon, riferendosi all’omicidio della dodicenne uccisa a Parigi, per il quale è accusata una ragazza algerina – e che fa Emmanuel Macron? Corre a parlare con la dirigente fascista italiana Meloni”.
Loda invece l’incontro Macron-Meloni il presidente ad interim del Rassemblement National, Jordan Bardella: “Si è cercato di infantilizzare gli elettori italiani spiegando che i post fascisti erano alle porte del potere. Poi ci si rende conto che tutto va bene”, ha detto augurandosi “che questo governo italiano riesca a bloccare questa ondata migratoria che subisce l’Europa intera”. Dopo la vittoria di Fratelli d’Italia alle elezioni, la ministra francese per gli Affari europei, Laurence Boone, e prima della formazione del governo, aveva detto che la Francia avrebbe “vigilato sul rispetto dei diritti“. Espressione definita da Giorgia Meloni una “inaccettabile minaccia di ingerenza contro uno Stato sovrano, membro dell’Ue”.
Ieri, stavolta da palazzo Chigi, è stato sottolineato che nell’incontro tra Giorgia Meloni e Emmanuel Macron non ci sono state “tracce, di riferimento alcuno a ipotesi di vigilanza straniera sulla democrazia italiana, come invece riportato da alcuni organi di stampa”. Nella notte di domenica infatti l’agenzia francese Afp, ripresa poi in Italia, aveva battuto la notizia della frase “Giudicheremo dagli atti in modo concreto. C’È vigilanza, c’È una esigenza da parte del Presidente della Repubblica”, citando fonti dell’Eliseo.
Da notare invece il crescendo di tono entusiasta con cui Libero dà ormai ogni notizia relativa a Giorgia Meloni e alle sue gesta. L’incontro di domenica era descritto sotto il titolo “ Da Macron arrivano i primi sì alla Meloni”. Sommario: “Il presidente francese approfitta della visita in Italia per conoscere l’alleata”. Se ne dedurrebbe quasi che Macron non aspettasse altro che incontrare Giorgia Meloni. Che morisse dalla voglia. Una frase del presidente francese riportata dall’Agi accenna invece ai rapporti tra paesi che “sono più importanti delle persone”. Freddina.