La scultura nella bufera
La spigolatrice di Sapri, il caso della statua e la polemica sessista: “Un’offesa alle donne”

È sessista, troppo discinta e formosa, o forse tutto troppo esagerato. Fatto sta che attorno alla statua de “La spigolatrice di Sapri”, a Sapri per l’appunto, provincia di Salerno, è scoppiato un vero e proprio putiferio. Questione di femminismo, o di estetica, forse di polemica anche politica, di polemica e basta forse. La scultura in bronzo era stata commissionata dal comune nel cilentano due anni fa, dedicata alla lavoratrice dei campi che si innamorò di Carlo Pisacane immortalata nei versi di Luigi Mercantini. Da piazzare e piazzata sul Lungomare. Dopo l’inaugurazione è scoppiato un putiferio.
La raccoglitrice di grano nella poesia (1858) dell’autore marchigiano, tra i più noti del Risorgimento italiano, assiste allo sbarco dei 300, i valorosi di una rivolta anti-borbonica nella popolazione cilentana, e “con gli occhi azzurri e coi capelli d’oro” va incontro al Pisacane di cui si innamora e segue i mazziniani fino alla tragica ed eroica fine della spedizione soppressa nel sangue e nelle galere dei combattenti per la Repubblica. “Eran trecento, eran giovani e forti. E sono morti”, il famosissimo e citatissimo incipit.
Et voilà, la statua è stata realizzata. L’autore è Emanuele Stifano, 45 anni, da Pèllare, vicino Vallo della Lucania. Ha raccontato a Repubblica di aver avuto il lavoro senza aver fatto un bando. “Si sono rivolti direttamente a me. Io sono autodidatta, lavoro soprattutto il marmo di Carrara e ho iniziato 15 anni fa. A dire il vero io questa statua l’avrei fatta fondere completamente nuda”. Figuriamoci. “Il bozzetto che ho presentato è stato approvato dalla Fondazione Grande Lucania e dagli assessori. Non ho mai pensato di rappresentare una contadina piena di panni che si affatica a raccogliere il grano, ma solo una donna forte, giovane che si volge verso mare allo sbarco di Pisacane e resta stupita, turbata, con la gonna mossa dal vento per evidenziare il corpo umano”.
L’inaugurazione in pompa magna voluta dal sindaco Antonio Gentile, sul Lungomare, alla presenza di niente popò di meno che Giuseppe Conte, ex Presidente del Consiglio, leader del Movimento 5 Stelle in tour instancabile e sold out in tutta Italia, in piazze sempre gremite alla faccia della protesta dei lavoratori del mondo dello spettacolo e della musica costretti a lavorare in eventi fiaccati dalle restrizioni ancora più dure. E amen: a richiamare l’attenzione è stato subito il pronunciato lato B della Spigolatrice. Apriti cielo.
Lo scandalo è stato denunciato per prima dalla ex senatrice del Gruppo Misto Manuela Repetti (e compagna dell’ex ministro Sandro Bondi) che su Huffington Post definiva l’opera “uno schiaffo sessista” e chiedeva l’immediata rimozione. “È un’offesa alle donne e alla storia che dovrebbe celebrare – ha scritto su Twitter l’ex presidente della Camera Laura Boldrini, del Partito Democratico – Ma come possono perfino le istituzioni accettare la rappresentazione della donna come corpo sessualizzato? Il maschilismo è uno dei mali dell’Italia “. Stessa linea della senatrice Monica Cirinnà, collega di partito, che ha aggiunto: “Uno schiaffo alla storia e alle donne. Questa statua nulla dice dell’autodeterminazione di colei che scelse di non andare a lavoro per schierarsi contro l’oppressore borbonico. Sia rimossa”.
Le critiche anche da autoctoni come l’editore di Vallo Giuseppe Galderano: “Questa scultura rappresenta la disgregazione e il decadimento della politica e della cultura italiana. Il turismo non si fa sul sangue dei martiri. Quella non è una contadina saprese, consumata dal duro lavoro e dallo sfruttamento padronale, invecchiata anzitempo per fame e per stenti. A quel tempo non si andava affatto a mare e non erano per nulla trasparenti gli abiti, indossati da una donna impegnata nella raccolta delle spighe di grano cadute ai mietitori”. Molti di Sapri hanno comunque difeso la scelta del sindaco, che ha ribattuto: “Non riesco a vedere all’interno della statua un inno al sessismo. È una polemica che nasce anche a fini politici”.
Menzione speciale per il senatore del Movimento 5 Stelle Franco Castiello, presidente della Fondazione Grande Lucania che ha finanziato l’opera realizzata in intesa con Parco del Cilento-Vallo di Diano-Alburni e Comune di Sapri, che si è esibito su Facebook: “Alla ex senatrice, che appartiene ad un’area territoriale a molte centinaia di km al di sopra del parallelo di Sapri, sfugge quali siano le fattezze fisiche delle donne meridionali”.
L’opera secondo Repubblica è costata intorno ai 26mila euro. La polemica è più ampia di quanto si potesse immaginare. C’è chi si unisce al disgusto dei polemici e chi cita la Venere Callipigia esposta al MANN di Napoli o alla Libertà che guida il popolo di Eugène Delacroix e chi perfino la Sophia Loren di Pane Amore e Fantasia. L’indignazione quindi saliva e saliva e saliva e nel frattempo in piazza a Sapri decine di persone arrivavano per scattarsi foto e spararsi selfie. E tantissimi a fotografarsi con una mano sul sedere della Spigolatrice. Social impazziti in tutti i casi insomma. E pubblicità aggratis.
© Riproduzione riservata