I fari dell’Europa puntati sull’Italia, con preoccupazione crescente dopo i risvolti del decreto “Asset e Investimenti“. Sono due le voci del provvedimento che hanno richiamato l’attenzione di Bruxelles: la tassa straordinaria del 40% sugli extraprofitti delle banche (e il risvolto drammatico sui mercati che ha avuto il suo annuncio) e la limitazione del libero mercato delle compagnie aeree.

Da giorni la stampa europea, ora anche Politico Europe, il quotidiano online di riferimento a Bruxelles, ha raccontato il contraccolpo nei mercati dopoché il governo ha dichiaratamente messo nel mirino, in una scelta “populista“, ogni profitto delle banche, tanto da evidenziare come l’esecutivo sia stato costretto a tornare sui suoi passi, in “un’umiliante scalata al ribasso”,  nel tentativo di rassicurare i mercati che gli istituti di credito non sarebbero stati paralizzati dal provvedimento. “Martedì il governo è stato costretto a fare marcia indietro – annuncia Politico –  con una nota di chiarimento in cui affermava che la mossa sarebbe stata limitata solo allo 0,1% delle attività finanziare totali – dando così voce ad un sentimento sempre più diffuso nel nord del continente -. Le prospettive economiche per il governo Meloni sono realmente problematiche – si aggiunge,  tanto da risultare probabile che il bilancio mostri le tensioni di una crescita lenta e un marcato aumento dei costi del servizio del debito, che costringeranno l’esecutivo a trovare tagli alla spesa altrove o cercare fonti di entrate aggiuntive“.

La seconda vicenda riguarda uno scontro appena iniziato, tra l’Italia e le compagnie aeree, che con l’entrata in vigore del decreto “Asset e investimenti” saranno costrette a modificare la propria programmazione nel Paese. Il provvedimento impedirà l’uso degli algoritmi per la profilazione degli utenti e la proposizione di prezzi personalizzati, ma imporrà anche nuove regole di tariffazione con l’obiettivo di favorire i voli verso le isole, vincolando la soglia al costo medio di ogni volo: uno scoglio, un limite alle regole del libero mercato, contro il quale le compagnie potrebbero abbattersi, e che potrebbe causare un effetto opposto a quello desiderato, tanto da costringere le aziende a rimodulare l’offerta e ad aumentare i prezzi nel lungo periodo

“Per tenere le tariffe molto basse dobbiamo riuscire a vendere tutti i posti a disposizione sugli aerei – aveva dichiarato l’ amministratore delegato di Ryanair, Eddie Wilson, in un’intervista a Repubblica – ma se le tariffe verrano vincolate a quelle medie di ogni volo, aumenteranno; e saremo sostanzialmente indotti a ridurre i nostri voli. È illogico”.

“La mossa del governo, che arriva in contemporanea con l’approvazione di una tassa sugli utili delle banche, ha innescato confusione tra gli osservatori internazionali sulla strategia economica dell’Italia”, precisa Politico, con Ryanair ed altre compagnie pronte a ricorrere alla Commissione Europea affinché la misura venga dichiarata illegittima per la sua interferenza con il libero mercato.

Ma sulla vicenda la Commissione si è già mossa. Politico Europe anticipa i rapporti incrinati tra Stato e Unione, riferendo che una portavoce di Palazzo Berlaymont ha contattato le autorità italiane e si aspetta di ricevere “informazioni più dettagliate sul contenuto preciso della misura in questione”.

Redazione

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