Il caso
La stella delle Brigate Rosse nell’ascensore del Tg2 in Rai, la Digos indaga ma il simbolo è lì da mesi

Una ‘stella’ denunciata in ritardo per spostare l’attenzione e le polemiche? È il dubbio che sale in merito al simbolo trovato sabato scorso da un giornalista Rai sulla parete di un ascensore alla palazzina che ospita la redazione del Tg2, testata diretta da Gennaro Sangiuliano, nella sede Rai di Saxa Rubra a Roma.
Una stella a cinque punte sulla falsariga di quella delle Brigate Rosse, il gruppo di terroristi rossi che ha segnato la storia del Paese, trovata alla vigilia di quel 9 Maggio in cui ricorre l’anniversario del ritrovamento del corpo di Aldo Moro, lasciato 44 anni fa all’interno di una Renault 4 rossa in via Caetani.
Tanto basta per portare la Procura di Roma ad aprire un’indagine, in attesa di una prima informativa della Digos e dopo un sopralluogo già effettuato dalla Scientifica.
Eppure basta dare una sbirciatina sui profili social degli stessi giornalisti del Tg2 per scoprire che quella stella nell’ascensore c’era già da tempo. Un esempio? La foto pubblicata il 16 dicembre scorso da Maria Leitner, giornalista che per il tg della seconda rete si occupa in particolare di motori.
In un ‘selfie’ dal suo “ascensore preferito”, come lo chiama Letiner, si vede chiaramente il simbolo con le cinque stelle in alto a sinistra, sotto l’adesivo col nome e il recapito del manutentore, cinque mesi prima del ritrovamento denunciato da un giornalista della testata diretta da Sangiuliano. Ma il simbolo compare anche in altri scatti della Leitner, che abitualmente ‘posa’ davanti allo specchio dell’ascensore e posta poi il contenuto su Instagram: succede infatti il 27 gennaio, il 17 febbraio, il 5 marzo e ancora il 5 maggio scorso.
Addirittura Il Foglio arriva a scoprire una foto risalente al 23 aprile 2021, oltre un anno fa, che mostra il simbolo delle BR: emerge da un selfie nell’ascensore di Saxa Rubra scattato da Manuela Moreno, volto del telegiornale.
La reazione alla ‘minaccia brigatista’ è stata quella di un coro unanime di solidarietà della politica, bipartisan, nei confronti della redazione del Tg2 per un attacco alla libertà di informazione. Telegiornale diretto da quello stesso Gennaro Sangiuliano che nei giorni scorsi è stato al centro di una feroce polemica per la sua partecipazione alla convention di Fratelli d’Italia a Milano.
Nei suoi confronti l’amministratore delegato Carlo Fuortes ha annunciato di aver aperto un procedimento. Durante l’audizione Vigilanza Rai, l’AD aveva sottolineato che “Sangiuliano ha fatto richiesta per la moderazione di un dibattito nell’ambito della conferenza programmatica di Fratelli d’Italia”.
In realtà il direttore del Tg2 era poi salito sul palco della convention milanese del 29 aprile per pronunciare un vero e proprio discorso, nulla a che vedere con una ‘normale’ moderazione di un dibattito, che i giornalisti Rai possono svolgere con la presentazione all’azienda di un permesso per presenze esterne.
A dire la sua sulla questione è anche lo storico giornalista del Tg2 Valter Vecellio, che in una lettera su Dagospia. “Conosco bene, quell’ascensore – scrive il giornalista -: in venti e più anni l’avrò preso diecimila volte. E’ su un atrio, e dà su un corridoio dove ogni giorno, da mane a sera, transitano liberamente centinaia di persone. Non solo del Tg2. Di tutta Saxa Rubra, specie quando piove, per andare al bar o alla mensa. Capirai, quando ho letto che la Digos si era mobilitata per cercare di capire chi poteva averla incisa. Come risalire a chi scrive puttanate nelle pareti dei cessi pubblici”.
“Ora – continua Vecellio – viene fuori che quella scritta magari ci poteva essere dal dicembre 2021, e solo ora qualcuno se ne è accorto, diciamo che forse il caso non per caso fa le cose. E’ servito per distrarci dall’esibizione del direttore del “Tg2” alla convention di Fratelli d’Italia? Chissà. C’è chi va a quelle del Partito Democratico e nessuno dice nulla; perché prendercela con Sangiuliano se va dove ritiene? C’è ancora libertà di movimento e parola”.
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