Continuava a sentire dolori e si è presentato in ospedale armato perché voleva punire il chirurgo che di recente lo aveva operato alla schiena. E’ il movente dell’ultima strage andata in scena negli Stati Uniti dove in una clinica di Tulsa, in Oklahoma, un uomo ha ucciso quattro persone, ne ha ferite altre dieci e poi si è tolto la vita. Dopo il massacro alla scuola elementare di Uvalde in Texas (19 bambini e due insegnanti uccisi da un 18enne), gli Usa piangono nuove vittime innocenti provocate dalla follia umana e dall’utilizzo sempre più disarmante di armi comprate in ogni dove.

Armi che il killer, Michael Louis, 45enne afroamericano, aveva comprato poche ore prima della strage. L’uomo infatti si è presentato mercoledì pomeriggio nel campus dell’ospedale St. Francis con un fucile semiautomatico Ar-15 (la più usata nelle sparatorie) che aveva comprato lo stesso giorno e con una pistola acquistata appena tre giorni prima in un banco dei pegni.

Una volta entrato nella struttura e aver bucato la sicurezza a presidio, si è diretto al secondo piano “sparando a chiunque trovasse sulla sua strada”, come ha riferito il capo della polizia locale Wendell Franklin. Quattro le persone ammazzate: Amanda Green e William Love (non è stato precisato se erano pazienti o membri dello staff) e la dottoressa Stephanie Husen, una 48enne specialista di medicina sportiva, e il 59nne Preston Phillips, chirurgo che lo aveva operato il 19 maggio e che era il suo obiettivo.

Dopo la strage, il 45enne si è tolto la vita prima dell’arrivo della polizia, giunta in ospedale pochi minuti dopo la richiesta d’intervento. In una lettera che Louis aveva con sé c’erano scritti i motivi del folle gesto. L’uomo infatti accusava il medico del dolore alla schiena che continuava a patire dopo l’operazione e dopo il 19 maggio ha più volte telefonato alla clinica per lamentarsene ed era stato visitato successivamente dallo stesso Philips.

La sparatoria, la numero 233 dall’inizio dell’anno, arriva mentre è in corso un acceso dibattito nel Paese per una stretta sulle armi dopo le stragi del supermercato di Buffalo e della scuola di Uvalde. Intanto lo stato di New York si dice pronto ad approvare un suo giro di vite aumentando da 18 a 21 l’età minima per acquistare un’arma. Un sforzo davvero irrisorio…

Redazione

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