Puoi parlare di campo largo se non conosci Diliberto o non ricordi Mastella Guardasigilli? Bisognerebbe spiegarlo ai francesi che si stanno affannando per dar vita alla grande ammucchiata pur di evitare la vittoria di Le Pen. I mischioni non portano da nessuna parte. Se solo i francesi fossero pronti a far tesoro dell’esperienza italiana.

La nostra tradizione è lunga. Va ben oltre la fotografia di Vasto che immortalò Bersani, Vendola e Di Pietro. Qualche anno prima assistemmo al secondo governo Prodi. Per fotografarlo occorreva il grandangolo. Erano in 103 tra presidente del consiglio, ministri, viceministri e sottosegretari. Per riunirsi, andarono alla Reggia di Caserta: urgeva trovare una tavolata adeguata. Beata gioventù che non ricorda Marco Pannella appoggiare il telefono acceso per mandare in onda in diretta su Radio Radicale quello che fu definito il conclave del governo dedicato alla crescita. Altro che Cruciani che proprio in quei tempi creò La Zanzara. Pannella le zanzare se le mangiava a colazione. Fece infuriare Di Pietro. Lui c’era sempre, almeno fino a quelle maledette puntate di Report. C’erano tutti. Padoa-Schioppa e D’Alema. Prodi e Pecoraro Scanio. Mancava Beppe Grillo. All’epoca andava di tutto esaurito in tutto esaurito nei teatri italiani. I primi comizi a pagamento.

Le prove del nuovo sogno

Quel conclave Prodi lo concluse così, con parole perennemente attuali: «Serve un’etica di coalizione per fare un governo serio che lavori per il Paese, anche se questo significa per qualcuno rinunciare a qualcosa». Egoisti per sottrazione in nome di un obiettivo comune. Il suo secondo governo durò pochino, meno di due anni. Eppure da noi sono già partite le prove generali del nuovo sogno. Il centrosinistra che torna a Palazzo Chigi. Anche se per ora è andato in scena solo l’appuntamento ridotto: campo largo per l’Emilia Romagna. Nella Bologna di Prodi ovviamente. Di quel Prodi che di recente a La7 ha elogiato la Schlein e i suoi progressi politici, con lei che lo ascoltava con occhi adoranti. In piazza Lucio Dalla, l’altra sera, si è parlato delle prossime regionali ma è chiaro che il pensiero è andato più in là.

Tenere tutti assieme

Il canovaccio è sempre lo stesso. Chi traccia la strada, chi tira a sinistra, chi strattona a destra, chi puntualizza, chi segna confini. Nel tentativo impossibile di chiudere una valigia riempita di troppe cose e troppo diverse tra loro. L’ingrato compito di tenere tutti assieme spetta a lei, Elly. Che utilizza l’immutabile semantica del centrosinistra: «Il partito sta lavorando. C’è un percorso in campo per definire un progetto largo e condiviso. E naturalmente per farlo insieme alla coalizione che si candida a continuare a portare il buon governo in questa regione. Un progetto che sia anche nuovo e innovativo, oltre che unitario».
C’è tutto. Nessuna parola chiave è stata dimenticata. Partito. Unitario. Condiviso. Ovviamente nuovo e innovativo.

A farle il controcanto c’è Giuseppe Conte il grande sconfitto delle Europee anche se è preferibile non ricordarlo. Mai maramaldeggiare, l’ora è grave, c’è bisogno di tutti. «Cosa mi aspetto dall’Emilia Romagna? Come sempre un confronto, con la possibilità di discutere di temi, progetti e programmi». Come a dire: “calmi, calmi”. Fratoianni (qualcuno racconti ai francesi chi è) va al sodo. Ci crede. «C’è la consapevolezza che è necessario costruire un fronte comune contro le destre». Angelo Bonelli invece puntualizza e vola alto. «Non vogliamo solo far vincere il centrosinistra in questa Regione, ma mettere al centro l’ecologia e il tema della sostenibilità climatica e ambientale». Come a dire: andiamo ben oltre la banale cronaca politica o la volgare distribuzione di poltrone. Poi, gratta gratta, pare che l’accordo sul nome del futuro candidato alla presidenza ancora non ci sia. L’intesa tra Bonaccini e Schlein ancora non c’è. Come cantava Vecchioni: gli anni sono solo dei momenti. Oppure, per dirla in modo caro ai francesi, Trenet: “Que reste-t-il de nos amours. Que reste-t-il de ces beaux jours. Une photo, vieille photo. De ma jeunesse”.