L’attacco israeliano contro due leader di Hamas a Rafah, nel sud della Striscia, che ha provocato almeno 45 morti e oltre 180 feriti tra gli sfollati palestinesi della zona, ha provocato una dura indignazione nell’opinione pubblica in Turchia e ha scatenato nuove proteste di piazza nel paese. Centinaia di persone si sono radunate davanti al grattacielo che ospita il consolato israeliano a Istanbul, gridando slogan contro Israele. Alcuni manifestanti hanno lanciato fuochi d’artificio contro l’edificio e un piccolo incendio si è sprigionato in una strada vicina.

Le proteste universitarie

Analoghe manifestazioni si sono tenute davanti ai consolati americani di Istanbul e della provincia mediterranea di Adana, città che ospita la base aerea di Incirlik gestita sia dalle Forze aeree Usa che turche e dove si ritiene che siano stipati oltre cinquanta ordigni nucleari. Ad ottobre, Israele aveva ritirato i suoi diplomatici dalla Turchia per problemi di sicurezza, ma secondo diverse fonti di media turchi, alcuni membri del personale di basso livello sono tornati nelle loro sedi diplomatiche. Le proteste sono continuate con gli studenti universitari che si sono riuniti nei campus di almeno nove province turche per protestare contro lo stato ebraico per la carneficina avvenuta durante la notte del 26 maggio.

“La barbarie di un malato”

Il presidente Erdogan, che si erge ad alfiere della causa palestinese in patria e nella comunità musulmana, non ha perso tempo e ha riacceso veementi toni contro il governo israeliano. Nel suo intervento di mercoledì, durante la riunione del gruppo parlamentare del suo AK Parti, è stato debordante e come un fiume in piena si è scagliato contro Israele: “Il mondo sta guardando in diretta la barbarie di un malato, un maniaco psicopatico e vampiro succhiasangue chiamato Netanyahu”. I suoi strali non hanno risparmiato nemmeno il mondo islamico: “Ho poche parole da dire alla comunità musulmana. Cosa aspettate a prendere una decisione comune? Dio riterrà voi e tutti noi responsabili di questa barbarie. Israele rappresenta una minaccia non solo per Gaza, ma anche per tutta l’umanità”.

Complici dei crimini

E infine si è rivolto all’Unione europea e ai suoi leader: “Mentre Israele uccide l’umanità a Gaza, l’Europa uccide i propri valori su cui si era fondata, calpestandoli. Cari capi di Stato e di Governo europei, siete diventati complici dei crimini di Israele perché siete rimasti in silenzio”. Il Partito della giustizia e dello sviluppo, al potere, ha subito la peggiore sconfitta elettorale di sempre nelle elezioni locali del 31 marzo ed è stato duramente accusato dal suo alleato islamista, diventato rivale nelle elezioni municipali, di non aver interrotto ogni legame con Israele. Per fermare l’emorragia di voti tra la sua base più conservatrice e filo-palestinese, Erdogan ha dunque deciso di compiere alcuni passi concreti, tra cui, la sospensione con Israele di ogni commercio diretto e la decisione di unire la Turchia al Sudafrica come querelante contro lo stato ebraico nella causa intentata per genocidio presso la Corte internazionale di giustizia (ICJ).

Ha inteso così placare la crescente rabbia interna della componente più radicale degli islamisti che chiedeva al governo di recidere ogni legame con lo Stato ebraico e lo sta facendo non mostrando alcuno scrupolo nell’aggravare ulteriormente le relazioni con gli alleati occidentali, in particolare con gli Usa, già gravemente deteriorate e verso un punto di non ritorno, almeno fino a quando vi sarà Biden alla Casa Bianca. Ma il forte sostegno personale di Erdogan alla causa palestinese e in particolare ad Hamas è anche di natura ideologica e serve a far assurgere la Turchia alla leadership nella “geografia musulmana” e nella sua diaspora in Occidente.