La variante Arturo arriva in Italia, quali sono i sintomi e i pericoli del “Covid che colpisce gli occhi dei bambini”

Da quando aveva iniziato a circolare in India, la sua fama ha preceduto il suo effettivo arrivo: Arturo, (o meglio XBB.1.16), una delle ultime varianti Covid di cui siamo a conoscenza, sembrerebbe essere definitivamente arrivato in Italia. Lo ha dichiarato l’ultimo rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità datato 4 aprile scorso secondo il quale ci sarebbero già 4 casi sequenziati in Italia della variante responsabile dell’esplosione di infezioni in India (+ 70%). Arturo già da tempo è un sorvegliato speciale insieme a Kraken (XBB.1.5) e all’ultima arrivata Hyperion (XBB.1.9.1), anche per via della mutazione F486P, comune a tutte e tre. Quali sono a questo punto i rischi per l’Italia? Gli scienziati restano ottimisti. 

La nuova variante del Covid è stata identificata dall’équipe del professor Fausto Baldanti, direttore dell’unità di Microbiologia e virologia del Policlinico San Matteo di Pavia. “Il Centro Europeo per il controllo delle Malattie Infettive (Ecdc) — continua il virologo — nel report del 23 marzo non ha ancora associato la variante a caratteristiche di maggior impatto né sulla gravità, né sulla capacità di infettare. Al momento stiamo valutando attentamente la situazione”. “Per questa nuova variante — ha detto Guido Bertolaso, assessore alla Sanità di Regione Lombardia— non sono presenti evidenze per prevedere misure aggiuntive: rimane sempre importante come prevenzione, non solo per il Covid ma per tutti i virus respiratori, una corretta igiene delle mani e l’utilizzo di mascherine in presenza di persone fragili/malate e quando si hanno i sintomi dell’influenza”.

Una novità però c’è e riguarda i sintomi di Arturo. In India è stato osservato che ha infatti causato un aumento dei contagi tra i bambini anche molto piccoli apportando rossore, bruciore e prurito agli occhi. Sintomi simili a una congiuntivite allergica raramente associati al Covid fin ora. Secondo uno studio dell’Università di Tokyo, Arturo potrebbe essere 1,2 volte più contagiosa di Kraken. “Tutte le sottovarianti Omicron XBB con la sostituzione F486P si sono ampiamente diffuse in tutto il mondo — si legge nello studio, come riportato dal Corriere della Sera —. XBB.1.16 ha un immenso potenziale di infettare le persone, in misura maggiore rispetto a XBB.1 (Hippogryph) e XBB.1.5 (Kraken)”. Questo però non significherebbe che Arturo possa provocare sintomi più gravi rispetto alle altre varianti del gruppo Omicron.

Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive al policlinico San Martino di Genova, mette in guardia dall’”allarmismo ingiustificato”. “A leggere alcuni giornali italiani sembra che dispiaccia che la pandemia sia finita e il Covid sconfitto nella sua gravità clinica – scrive su Twitter l’infettivologo -Si legge infatti: ‘in India la variante Arturo sta contagiando moltissimi bambini, anche i più piccoli. L’infezione colpisce gli occhi. Ben 7.830 nuovi positivi nelle ultime 24 ore’. Sapete quanti sono gli abitanti dell’India? Un miliardo e mezzo. Sarebbe come avere 300 casi al giorno nel nostro paese. Quanti probabilmente ce ne sono abitualmente ogni giorno a Milano o a Roma. Si dice poi che è pericolosa per gli occhi. No, non è pericolosa per gli occhi. Causa una congiuntivite come quasi tutti i virus influenzali e parainfluenzali. Per noi medici è un segno molto tipico che non ci preoccupa. Arturo è una sottovariante di Omicron ed è quindi molto contagiosa. Questo virus di oggi non ha più’ alcuna caratteristica clinica di quello visto nel marzo del 2020. Assomiglia più al raffreddore o ad un virus parainfluenzale che non al Covid-19”.

Per Massimo Ciccozzi, direttore dell’Unità epidemiologica all’Università Campus Biomedico di Roma, il fatto che Arturo sia stata identificata anche in Italia “è una buona notizia, perché indica il fatto che la sorveglianza delle varianti funziona. In termini di pericolosità e contagiosità, non desta timore: visto che è della stessa famiglia di Omicron. Probabilmente abbiamo già ben più di un caso in Italia, ma ciò che conta è la sintomatologia e su questo non dobbiamo preoccuparci”. In India, precisa Ciccozzi, la variante è diventata prevalente e traina un aumento di contagi, ma “bisogna tenere in considerazione le caratteristiche di quello Stato, a partire dal fatto che produce vaccini ma che ha vaccinato poco la popolazione”.