L’aula della Camera ha approvato in via definitiva l’istituzione della Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell’emergenza Covid. I sì sono stati 132, i no 86, un astenuto. Italia Viva ha votato a favore insieme al resto della maggioranza.

Il testo prevede che la Commissione sia composta da quindici senatori e quindici deputati, e che indaghi su tempestività, adeguatezza e proporzionalità delle misure adottate dal governo Conte, su abusi, sprechi e irregolarità negli acquisti, sui ritardi nell’applicazione del piano pandemico, sull’efficacia di task-force e Comitato tecnico-scientifico.

Ma l’ultimo passaggio alla Camera ha creato parecchio scompiglio tra i parlamentari. Conte e Speranza si sono visti braccati e hanno aizzato l’aula. Un parlamentare del Pd è sceso verso i banchi del governo e ha urlato al sottosegretario alle Infrastrutture, Galeazzo Bignami: “Meglio che ti vesti da nazista che da coglione come sei…”.

La deputata di Fratelli d’Italia Alice Buonguerrieri nel suo intervento ha detto che “gli italiani devono sapere che FdI ha trascinato in tribunale Conte e Speranza, il peggior presidente del Consiglio e il peggior ministro alla Sanità della storia, per ottenere trasparenza e verità. Ed è solo grazie alle sentenze con cui sono stati condannati che noi abbiamo ottenuto atti troppo a lungo secretati”.

Queste parole hanno scatenato Pd e 5S, e Rampelli è stato costretto a interrompere i lavori. Nella replica Conte ha risposto che “l’’unica condanna è stata quella di un Tar affinché pubblicassimo dei documenti che erano già pubblici” (ma in realtà non erano consultabili su nessun sito). Si difende anche Speranza che definisce quello della deputata FdI “un intervento squadrista”.

Tra i principali compiti della commissione c’è l’indagine su eventuali abusi, sprechi, irregolarità o illeciti sulle procedure di acquisto e la gestione delle risorse destinate al contenimento e alla cura del Covid-19 da parte del governo; l’accertamento e la valutazione di alcuni specifici aspetti relativi alla gestione dell’emergenza, tra i quali l’acquisto di dispositivi di protezione individuale prodotti in Cina per la spesa complessiva di 1,25 miliardi di euro, la realizzazione dell’applicazione “Immuni”, la gestione della fase iniziale della campagna di vaccinazione, l’acquisto di banchi a rotelle; la valutazione delle misure di contenimento adottate dal governo, compreso il rispetto dei diritti umani e delle libertà costituzionalmente garantite nella loro applicazione (è stato invece soppresso dal Senato il riferimento alla valutazione della legittimità della dichiarazione dello stato di emergenza e delle sue proroghe nonché dello strumento della decretazione d’urgenza).

Pareri favorevoli sull’istituzione della commissione arrivano da diversi virologi. “Ho sempre pensato che l’istituzione di una Commissione di inchiesta sulla gestione della pandemia di Covid-19 in Italia fosse positiva, perché ci consente di guardare indietro a quello che è stato fatto, per vedere cosa ha funzionato e cosa no, soprattutto dal punto di vista degli acquisti, delle mascherine, dei ventilatori e di una serie di altre decisioni politiche, come il lockdown, la chiusura delle scuole, il coprifuoco: decisioni politiche per le quali è giusto che ci sia in qualche modo una valutazione politica”, afferma Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive del policlinico San Martino di Genova.

Per Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di virologia dell’ospedale Sacco di Milano, “fare chiarezza dopo un evento pandemico, e soprattutto dopo tanti errori, alcuni evitabili, è doveroso nei confronti della popolazione. Non capisco perché qualcuno si opponga. Se si ha la coscienza pulita, far chiarezza servirà per esaltare la propria onestà. In caso contrario, è giusto riconoscere le responsabilità”. Favorevole è anche l’ex viceministro grillino Pierpaolo Sileri, che era nella cabina di regia dell’emergenza. L’unico contrario è Walter Ricciardi, il consulente di Speranza che voleva chiuderci tutti in casa mentre lui cenava nella saletta riservata.