Lo strappo e la replica dell'ex premier
La versione di Beppe Grillo: “Conte non adatto al M5s, ho agito con il cuore”

Beppe Grillo dice di aver agito con il cuore per il bene del Movimento 5 Stelle. Di aver chiesto all’ex Presidente del Consiglio Giuseppe Conte di poter conservare i poteri attuali del suo ruolo di Garante, del “visionario”, dello sherpa verso le città del futuro, la transizione, la sostenibilità tra lo sviluppo e l’ambiente. E invece niente. Grillo, comico e fondatore del M5s, dice di essere il “papà” non il “Padre Padrone” del Movimento come suggerito da Conte nella conferenza stampa di lunedì scorso. Tutto un altro Beppe, quello apparso in un video sui social network stasera, rispetto a quello che ieri, nel testo “Una Bozza e via” sul suo sito, aveva consegnato il suo “Vaffa” all’ex premier bollandolo come uomo senza “visione politica, né capacità manageriali. Non ha esperienza di organizzazioni, né capacità di innovazione”.
Quello di oggi è un Grillo dai toni pacati, i modi concilianti, che spiega la sua versione sullo strappo con Conte: prima sedotto e poi abbandonato, congedato prima che potesse avviare il nuovo Movimento per divergenze sul nuovo statuto. Il M5s fatica a stare dietro al suo fondatore questa volta, e continua a spaccarsi. Parte del mondo a 5 Stelle continua a pensare a Conte. La senatrice Paola Taverna ha chiesto che gli iscritti possano votare lo Statuto messo insieme da Conte ed evidentemente bocciato da Grillo. Una leadership affondata prima di partire. Il video di Grillo, sei minuti di monologo, ricostruisce il caos degli ultimi giorni, i dialoghi, gli scontri e le tensioni fino alla rottura. E quindi alcuni passaggi sulla storia del Movimento. È stato pubblicato mentre i parlamentari grillini si stavano riunendo. Un’irruzione sugli smartphone dei deputati.
“Sento dichiarazioni che mi fanno anche male, perché forse non le merito – ha attaccato Grillo – La dinamica è: ci siamo visti tutti insieme con Conte all’Hotel Forum e abbiamo dato incarico di rifare il Movimento perché in crisi. Avevamo bisogno di lui, noi siamo un Movimento che può mutare, può cambiare ed è giusto che ci sia una persona che lo cambi. Questa era assolutamente una cosa concordata, infatti è un movimento che permette a un professore di università di diventare presidente del Consiglio. Abbiamo fatto accadere noi questa cosa”.
“Con Conte eravamo d’accordo, eravamo tutti gasati. Dopo un po’ gli ho detto: ‘Prenditi lo statuto, vedi se ti va bene, quello che non ti piace lo cambiamo. Poi chiamami e ci sentiamo’. Da quel giorno lì io non ho più sentito nessuno. A maggio lo chiamo e non si fa trovare, e comincio a sentire anche il peso di questa cosa: lo statuto, lo statuto, lo statuto. Insomma, se non ti fidi di me, fallo vedere ai parlamentari, a qualcuno. Sono rimasto anche in imbarazzo ad essere l’unico depositario di qualche sprazzo di statutino. Poi mi è arrivata la famosa bozza ed era una roba che si metteva al centro lui, forse aveva frainteso perché era una cosa da tener presente che negli Stati generali gli iscritti avevano detto di fare una distruzione dei poteri. Perché se hai tutto in mano ti fai del male da solo. Io ho solo chiesto di avere la mia garanzia, di avere le condizioni e la struttura del garante identica allo statuto che c’è adesso. Non ho chiesto altro. Dammi questa possibilità di essere il visionario, il custode dei valori, di essere anche il custode dall’attività politica. Custode non significa entrare nella dinamica tua, che sei un uomo straordinario, ma lasciami vedere un attimo, sono io che parlo di transizione, sono io che sono andato ad imporla quasi al governo”.
“Facciamo una cosa straordinaria, ma dall’altra parte non sentivo mai nulla e allora ho detto: c’è qualcosa di strano. Fino all’ultimo abbiamo fatto una trattativa, falla con i parlamentari, ma la faceva con me, e io ho cercato di arrivare in fondo. E quando sono venuto a parlare in Parlamento ho visto questo ambiente un po’ di paura, non sentivo l’ambiente del M5S. Ho sentito una paura latente, io ho fatto qualche battuta, lui magari si è offeso, non lo so, ma sono battute. Però ho detto 3-4 giorni e ci siamo. Lui il giorno dopo mi fece una telefonata tempestosa, disse: ‘Io non ti rispondo più’, ma io gli ho detto rispondimi all’ultima mia eccezione che ci siamo quasi e facciamolo vedere questo statuto. Poi ha fatto la conferenza stampa ed è successo quello che è successo. Lui si è staccato, non mi ha risposto e lo statuto non è andato in porto.
Quindi ho agito come dovevo agire, con cuore, anima e intelligenza. Io non sono il padre-padrone de Movimento, io sono il papà del Movimento, ho fatto delle cose straordinarie con chi oggi mi sta disprezzando che non rinnego. La carte dei valori io non l’ho mai vista, ho visto solo una bozza. Del codice etico non abbiamo mai parlato, della transizione 2050 forse se ne era anche dimenticato. Il Movimento cambia, doveva cambiare con lui, era forse la persona più adatta che c’era, e forse magari non è la persona più adatta a quello che serve oggi al Movimento. Vi abbraccio tutti, e cercate di stare uniti, se possiamo, poi se qualcuno vuole fare una scelta diversa la farà in tutta coscienza”.
La replica di Conte
“C’è tanto sostegno dei cittadini, per questo progetto politico ho lavorato quattro mesi e non vedevo l’ora di condividerlo. Se non l’ho fatto prima io era per il rispetto di Grillo, avevamo previsto di illustrarlo agli iscritti per raccogliere anche dei rilievi, era un progetto in piena trasparenza e condivisione – ha replicato Conte intercettato dai giornalisti – Ho sempre rispettato e continuerò a rispettare Beppe Grillo. Pubblicamente gli chiedo solo di non dire falsità sul mio conto e il mio operato. Abbiamo una fittissima corrispondenza documentale, se lui mi autorizza sono disposto a pubblicare perché agisco sempre in trasparenza”. E quindi, più nello specifico: “Ha chiesto più che una diarchia politica, perché quando viene chiesto la rappresentanza internazionale, quando viene chiesta il coordinamento della comunicazione, quando viene chiesto di condividere tutte le scelte degli organi politici, quando finanche viene chiesto di poter concordare, e quindi autorizzare, i contratti allo staff di segreteria, io credo che sia più di una diarchia, ed è umiliante”.
I parlamentari 5 Stelle
Una “lunga e costruttiva” riunione dei parlamentari europei ha partorito il desiderio di unità del Movimento. Alcuni grillini difendono intanto Vito Crimi, reggente. Grillo oggi gli aveva intimato nel pomeriggio di “autorizzare, entro e non oltre le prossime 24 ore, la Piattaforma Rousseau al trattamento dei dati, come espressamente consentito dal provvedimento del garante della privacy“. In caso contrario, secondo Grillo, il reggente sarebbe ritenuto direttamente responsabile per ogni conseguenza dannosa al M5s. Crimi aveva fatto sapere di stare valutando la sua permanenza nei 5 stelle.
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