Il Partito Democratico e Azione/+Europa hanno raggiunto un accordo in vista delle elezioni politiche del prossimo 25 settembre. L’intesa è arrivata dopo giorni di aut aut, discussioni e veti incrociati e dopo due ore di riunione alla Camera. A seguire una conferenza stampa in cui i leader del patto hanno commentato l’accordo. Al centro del documento diffuso dopo l’accordo: candidature, posizionamento internazionale dell’Italia, rinnovabili e approvvigionamento energetico, salari e pensioni, cuneo fiscale, PNRR, reddito di cittadinanza e Bonus 110%, diritti civili e ius scholae. Il tutto sulle orme tracciate dall’agenda del governo Draghi.

Non è immaginabile che il Paese dopo Draghi passi al governo delle destre o guidato da Giorgia Meloni. Dopo Draghi l’Italia ha bisogno di una esperienza di governo che porti avanti programmi che hanno avuto grande successo”, le parole del segretario dem Enrico Letta. “Noi siamo totalmente soddisfatti del testo che abbiamo sottoscritto: perfettamente enunciata l’agenda Draghi. Non devono essere due partiti che dicono chissenefrega dei contenuti. Oggi si riapre totalmente la partita. Non credo per un secondo che gli italiani si lascino sopraffare dalla destra. È una questione di dignità, al di là dei temi economici. Siamo solidi, siamo compatti, andiamo a vincere queste elezioni: da oggi non c’è ogni tipo di discussione, non c’è più il pre partita ma la partita. Che vinceremo”, l’intervento di Carlo Calenda

Il Patto

Le prossime elezioni sono una scelta di campo tra un’Italia tra i grandi Paesi europei e un’Italia alleata con Orban e Putin. Sono uno spartiacque che determinerà la storia prossima del nostro Paese e dell’Europa. Partito Democratico e Azione/+Europa siglano questo patto perché considerano un dovere costruire una proposta vincente di governo fondata sui seguenti punti. PD e Azione/+ Europa si impegnano a promuovere, nell’ambito della rispettiva autonomia programmatica, l’interesse nazionale nel quadro di un solido ancoraggio all’Europa e nel rispetto degli impegni internazionali dell’Italia e del sistema di alleanze così come venutosi a determinare a partire dal secondo dopoguerra. In questa cornice le parti riconoscono l’importanza di proseguire nelle linee guida di politica estera e di difesa del governo Draghi con riferimento in particolare alla crisi ucraina e al contrasto al regime di Putin.

Per quanto riguarda le conseguenze del mutato scenario internazionali in ambito energetico, PD e Azione/+Europa si impegnano a mettere in campo le politiche pubbliche più idonee per garantire l’autonomia del Paese attraverso un’intensificazione degli investimenti in energie rinnovabili, il rafforzamento della diversificazione degli approvvigionamenti per ridurre la dipendenza dal gas russo, la realizzazione di impianti di rigassificazione nel quadro di una strategia nazionale di transizione ecologica virtuosa e sostenibile.

In ambito economico e sociale, le parti s’impegnano a contrastare le disuguaglianze e i costi della crisi su salari e pensioni, convenendo di realizzare il salario minimo nel quadro della direttiva UE e una riduzione consistente del “cuneo fiscale” a tutela in particolare dei lavoratori. Le parti condividono e si riconoscono nel metodo e nell’azione del governo guidato da Mario Draghi. I partiti che hanno causato la sua caduta si sono assunti una grave responsabilità dinanzi al Paese e all’Europa.

Per quanto riguarda le riforme da completare e/o emendare dopo l’interruzione traumatica del  governo, PD e Azione/+Europa concordano sulla necessità di:

  1. a) realizzare integralmente il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza nel rispetto del cronoprogramma convenuto con l’Unione europea;
  2. b) improntare le politiche di bilancio alla responsabilità e le politiche fiscali alla progressività, promuovendo al contempo una riforma del Patto di Stabilità e Crescita dell’Unione Europea che non segni un ritorno alla stagione dell’austerità;
  3. c) non aumentare il carico fiscale complessivo;
  4. d) correggere lo strumento del Reddito di Cittadinanza e il “Bonus 110%” in linea con gli intendimenti tracciati dal governo Draghi;
  5. e) dare assoluta priorità all’approvazione delle leggi in materia di Diritti civili e Ius scholae.

Le candidature, il Patto elettorale

Le parti si impegnano a non candidare personalità che possano risultare divisive per i rispettivi elettorati nei collegi uninominali, per aumentare le possibilità di vittoria dell’alleanza. Conseguentemente, nei collegi uninominali non saranno candidati i leader delle forze politiche che costituiranno l’alleanza, gli ex parlamentari del M5S (usciti nell’ultima legislatura), gli ex parlamentari di Forza Italia (usciti nell’ultima legislatura).

La totalità dei candidati nei collegi uninominali della coalizione verrà suddivisa tra Democratici e Progressisti e Azione/+Europa nella misura del 70 per cento (Partito Democratico) e 30 per cento (+Europa/Azione), scomputando dal totale dei collegi quelli che verranno attribuiti alle altre liste dell’alleanza elettorale. Questo rapporto verrà applicato alle diverse fasce di collegi che verranno indentificati di comune intesa.

Le parti si impegnano a chiedere che il tempo di parola attribuito alla coalizione nelle trasmissioni televisive sia ripartito nelle stesse percentuali applicate ai collegi.

Le liste del Partito Democratico e di Azione/+Europa parteciperanno alla campagna elettorale guidate da Enrico Letta, frontrunner per i democratici e progressisti, e Carlo Calenda, frontrunner per Azione/+Europa e liberali.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.