L'intervista
L’accusa di Mario Morcone: “Decreti sicurezza bocciati da Consulta sono fallimento di PD E M5S”
Il pensiero espresso dall’ex prefetto Mario Morcone in questa intervista si può riassumere così: l’auspicio è che il rispetto per la vita di ogni individuo prevalga sulle alchimie della politica e sulle aspettative elettorali.
Dottor Morcone, dalla Corte Costituzionale è arrivato uno stop a una parte del primo decreto sicurezza. Che ne pensa?
Quella della Consulta è giustamente una valutazione di buon senso. Quando la Corte parla di irragionevolezza della norma è evidente a tutti che sta facendo riferimento alla disparità di trattamento per accedere a tutte le opportunità che il territorio può offrire alle persone. Dispiace dover constatare che ancora una volta il giudice, in questo caso la Corte Costituzionale, si sia dovuto sostituire alla politica che non ha avuto la forza di cambiare la norma.
Secondo lei questa “irragionevole disparità di trattamento” a cui sono sottoposti i richiedenti asilo può essere letta con una connotazione di razzismo?
C’è chi sicuramente la sente proprio come razzista, c’è chi la sente come ingiusta verso i “diversi” che i sostenitori di questi decreti evidentemente disprezzano, c’è chi invece ne fa una valutazione politica di opportunismo legato al consenso del proprio elettorato. E quindi la partita si gioca sulla pelle delle persone per non scontentare il bacino elettorale. Però il valore più grande è la vita delle persone, non certo il successo o insuccesso politico.
Lei si riferisce a Salvini che ha anche definito la decisione della Consulta come “scelta politica”.
Salvini secondo me ha fatto questa valutazione con neanche troppa convinzione. La Corte Costituzionale ha fatto un discorso di ragionevolezza e buon senso. La politica non c’entra niente. È interesse del nostro Paese muoversi nel solco della decisione della Consulta, è interesse del nostro Paese favorire la coesione sociale, è nostro interesse conoscere le persone e soprattutto garantire i diritti che i nostri padri hanno guadagnato anche con grande fatica.
Come giudica l’atteggiamento del governo?
Il governo è nato su alcuni punti fondamentali indicati come elementi di discontinuità rispetto al precedente esecutivo. Uno di questi era esattamente la revisione dei “decreti sicurezza” che sicurezza non sono e che tanto male stanno facendo al nostro Paese. Poi però è arrivata la preoccupazione per le elezioni regionali che ci sono state in Emilia Romagna, in Calabria e altre regioni; e quindi ancora una volta, l’opportunismo – anche se questo termine non mi piace – ha prevalso. Successivamente si è tornato a discutere e sembravamo vicini a una soluzione ma poi si è capito che l’argomento non era tra le priorità. Quindi la trattazione è stata spostata a settembre, ma sappiamo che allora ci saranno altre elezioni regionali e quindi il tutto verrà rimandato ad ottobre.
Ieri in un’intervista al Corriere della Sera, l’onorevole del M5S Giuseppe Brescia ha detto che sono riusciti a convincere il Pd a rinviare la discussione sulla nuova norma a settembre. Il Pd ancora una volta zerbino dei pentastellati?
Credo che il Pd sia molto impegnato a garantire una governabilità in una fase della vita del Paese così complessa. Naturalmente ci sono dei valori che sono fondanti per il Partito Democratico e non solo, come per Italia Viva o il partito di Calenda. Questi valori non possono non essere tutelati e rilanciati; la loro garanzia non può dipendere dall’eventuale delusione degli elettori. Mi dispiace che quella affermazione l’abbia fatta il deputato Brescia che nel Movimento 5 Stelle probabilmente è uno dei politici più aperti sui temi dell’immigrazione. Evidentemente ci deve essere al loro interno una battaglia che fa prevalere lo spirito di conservazione.
Qualcuno ha detto che i migranti ci portano il Covid in casa.
Sono almeno 10 anni che sento questo stupidaggini. In realtà queste persone ci hanno portato al massimo un po’ di scabbia per le scarse condizioni di igiene. Al contrario siamo stati noi a trasmettere loro delle malattie perché non avevano un forte sistema immunitario.
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