Basilicata
Lacerenza, da soluzione a problema: il Pd insiste, ma Schlein spacca i dem
La Basilicata al voto il 21 e 22 aprile, è ancora un dossier caldo sulla scrivania della Segretaria. Così vacilla l’asse col Movimento 5 Stelle
Se l’Abruzzo era l’Ohio d’Italia, allora la Basilicata rischia di essere il Vietnam del campo largo. Il candidato giallorosso Domenico Lacerenza doveva essere la soluzione per unire il Pd e il M5S, ma sta diventando solo un altro problema per la segretaria Elly Schlein. Una leader che è già alle prese con il caos per la composizione delle liste per le elezioni europee. Un puzzle in cui è difficile far combaciare le varie caselle. Perciò sarebbe tramontata l’ipotesi della candidatura di Emma Bonino come capolista almeno in una circoscrizione sotto le insegne dei dem. Una soluzione che avrebbe facilitato il lavoro di Schlein sulle liste, ma che è stata accantonata. Troppo fragili gli equilibri da rispettare tra le varie correnti del Nazareno. Troppi i pretendenti per un posto da capolista per il Pd.
Ma partiamo dalla Basilicata. La regione, al voto il 21 e 22 aprile prossimi, è ancora un dossier caldo sulla scrivania di Schlein. La giornata di ieri, infatti, è partita con un appello di diversi dirigenti del partito lucano per il ritiro di Lacerenza dalla corsa elettorale. “Ritirare la candidatura da presidente della Regione Basilicata di Domenico Lacerenza o promuoviamo il polo dell’orgoglio lucano”, è questa la richiesta che arriva da elettori, sindaci e dirigenti del Pd e del centrosinistra della Basilicata.
“Avanti con Lacerenza”
Il documento è stato pubblicato ieri dai giornali locali ed è stato diffuso anche da Giovanni Petruzzi, coordinatore della mozione di Gianni Cuperlo all’ultimo congresso nazionale del Partito Democratico. Petruzzi e gli altri sottoscrittori dell’appello chiedono la convocazione della segreteria regionale del Pd, “che non ha mai discusso né deliberato la candidatura a presidente di Lacerenza”. Nel testo si propone un ritorno sulla candidatura di Angelo Chiorazzo, civico che sembrava essere il candidato designato da parte dei dem locali. Il ritorno del re lucano delle coop bianche viene chiesto anche da una petizione lanciata sui social e sulla piattaforma Change.org. Per tutta la mattinata sono ancora forti le voci su un passo indietro dell’oculista. Eppure il tempo stringe e manca meno di una settimana alla presentazione delle liste. Per questo motivo il Pd smentisce le indiscrezioni sul ripensamento del medico e ribadisce: “Avanti con Lacerenza”. Scaccia le voci di un ritiro anche Alfredo D’Attorre, della segreteria nazionale del Pd: “Escludo che ci sia un ripensamento su di lui ad oggi”.
Intanto monta il dissenso all’interno del Pd lucano e tra i riformisti a livello nazionale.
“Lo scempio”
La critica della minoranza è così riassumibile: “Seguire Conte e perdere Azione e Italia Viva ci porta verso la sconfitta”. I partiti dell’ex Terzo Polo, in Basilicata, hanno un peso elettorale ben maggiore rispetto al M5S. “Vi rendete conto dello scempio che state facendo per andare dietro a Conte?”, scrive su X Carlo Calenda, rivolgendosi a Schlein. La questione è ormai di respiro più ampio rispetto alla piccola Basilicata e investe direttamente il Nazareno. Dove temono di non riuscire a trovare candidati per formare le liste in sostegno a Lacerenza e sono preoccupati dal “fuoco amico” degli scontenti del Pd lucano, pronti a far votare Bardi sottobanco.
Dalle primarie al primario
Renzi ricorre all’ironia: “Mi colpisce molto questa involuzione del centrosinistra, quando c’ero io si facevano le primarie. Adesso chiamano il primario, potremmo dire che hanno scelto un oculista, perché non li hanno visti arrivare”. Il presidente di Iv lascia aperta la porta di un sostegno a Vito Bardi, del centrodestra: “Ho un’antica amicizia con lui, che confermo. Vedremo. Decideranno i dirigenti locali di Italia Viva”. E ancora: “Bardi è oggettivamente un buon candidato”. Da Azione, invece, arriva un nuovo colpo di scena dall’ex governatore Marcello Pittella, che apre a Chiorazzo dopo aver osteggiato la sua candidatura negli ultimi mesi. “Mi sembra che Conte abbia lanciato una sorta di Opa sulla Schlein. Ma il Pd regionale non pone veti, anzi vuole allargare. Chiorazzo può tornare anche per noi in pista”, spiega Pittella. Ma il M5S resta fermo su Lacerenza e Pittella è sempre più vicino a Bardi. Nella girandola dei nomi ricompare il presidente della provincia di Matera Piero Marrese, del Pd. Per Lorenzo Guerini, big dei riformisti dem, “bisogna arrivare a una candidatura che sia sostenuta da un orizzonte largo”.
Schlein la vera vittima
La vera vittima dello stallo è Schlein, con un campo largo ostaggio di veti reciproci. E intanto va a rilento la composizione delle liste per le europee. La segretaria pensa di candidarsi seconda o terza in tutte le circoscrizioni. Ma, complice l’alternanza di genere, è complicato definire un quadro che assicuri un equilibrio tra amministratori riformisti forti sul territorio, schleiniani e società civile. Per questo sembra definitivamente tramontata l’ipotesi di una corsa di Bonino capolista nelle liste del Pd. Troppo affollamento. Più Europa va avanti con il progetto della lista per gli Stati Uniti d’Europa insieme a Iv, Volt, Psi, Liberaldemocratici e Radicali Italiani.
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