Il continente africano potrebbe diventare la nuova base per il Wagner Group che mantiene interessi enormi e che in questi giorni di fibrillazione ha continuato la sua penetrazione economica e militare in Africa. L’Ambasciatrice Rama Yade è il direttore dell’Africa Center dell’Atlantic Council, uno dei più importanti centri studio statunitensi. Il suo prestigioso curriculum vanta anche due periodi in qualità di Segretario di Stato agli Esteri per il governo francese e l’Africa è il suo principale campo di analisi.

Dopo la rivolta di Prigozhin come possono cambiare gli equilibri in Africa nel rapporto Putin-Wagner?

“Quello che è successo in Russia può avere gravi conseguenze anche in Africa, se il rapporto si rompe cambieranno gli equilibri. L’Africa è al centro del progetto sia per la Russia che per il Wagner Group e fino ad oggi si sono sostenuti a vicenda. Per Prigozhin la presenza in Africa dei suoi 10mila uomini (il numero dei miliziani presenti non è ufficiale ndr) permette di coniugare l’impegno per la sicurezza e gli investimenti nell’industria estrattiva. Questa attività predatoria alimenta economicamente il conflitto in Ucraina ed è per questo motivo che nei suoi messaggi su Telegram ha menzionato l’Africa più volte”.

Quindi oltre alla mancata sottomissione del gruppo paramilitare al ministero della Difesa russo, ci sarebbero anche altri motivi dietro la ribellione…

Sembra che sia proprio questo il motivo che scatenato l’ammutinamento dei wagneriti, Mosca non avrebbe pagato abbastanza le attività degli uomini di Prigozhin nel continente africano. Il Wagner Group ha anche permesso a Putin di guadagnare alleati alle Nazioni Unite come il Mali o la Repubblica Centrafricana e questo successo africano è dovuto alla propaganda anti-occidentale portata avanti proprio da Prigozhin.

Cosa rischia di perdere il Cremlino senza Prigozhin?

Se Mosca perderà l’appoggio del Wagner Group in Africa dovrà lottare per difendere la sua posizione a livello militare, affaristico e per quanto riguarda il peso geopolitico, con tanti avversari pronti ad approfittare di un passo falso della Russia. Adesso gli interessi di Mosca e del Wagner Group non collimano più e staremo a vedere come faranno i governi con due attori che portano avanti interessi diversi.

Quali saranno le mosse di Putin?

Putin potrebbe spingere i paesi africani ad interrompere ogni rapporto con il Wagner Group rafforzando l’alleanza con la Russia e dalla Repubblica Centrafricana sembrano arrivare indicazioni proprio in questa direzione. Mosca è ormai il primo importatore di armi e di grano del continente ed il suo peso è in crescita. Le compagnie statali russe sono attive nel settore minerario, petrolifero ed anche nel nucleare civile. Il vertice dei BRICS in programma a Johannesburg ed il vertice Russia-Africa di San Pietroburgo saranno un buon modo per testare l’influenza residua di Putin nel continente, basterà vedere come saranno accolti i russi in Sud Africa e soprattutto quanti capi di stato parteciperanno al vertice Russia-Africa”.

L’Africa potrebbe essere la meta definitiva di Prigozhin dopo la Bielorussia?

“I Wagner hanno commesso molti crimini in Africa e si sono fatti molti nemici, non credo sia il posto più sicuro per lui. Ma la domanda più importante è se a Putin convenga che Prigozhin vada in Africa con i suoi miliziani, dove potrebbe diventare un problema per tutti”.

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Matteo Giusti, giornalista professionista, africanista e scrittore, collabora con Limes, Domino, Panorama, Il Manifesto, Il Corriere del Ticino e la Rai. Ha maturato una grande conoscenza del continente africano che ha visitato ed analizzato molte volte, anche grazie a contatti con la popolazione locale. Ha pubblicato nel 2021 il libro L’Omicidio Attanasio, morte di una ambasciatore e nel 2022 La Loro Africa, le nuove potenze contro la vecchia Europa entrambi editi da Castelvecchi