L’alluvione a Campi Bisenzio e lo spirito dei ragazzi del Liceo Agnoletti

Foto Adriano Conte/LaPresse 4 Novembre 2023 - Bissenzio, Tosvcana, Italia - Cronaca - Ancora allerta per il maltempo, in particolare in Toscana, dove le vittime salgono a 7. Campi Bisenzio, tra i comuni del fiorentino più colpiti November 4, 2023 - Bissenzio, Tuscany, Italy - News - Still on alert due to bad weather, particularly in Tuscany, where the number of victims has risen to 7. Campi Bisenzio, among the most affected municipalities in the Florentine area Foto Adriano Conte/LaPresse 4 Novembre 2023 - Bissenzio, Tosvcana, Italia - Cronaca - Ancora allerta per il maltempo, in particolare in Toscana, dove le vittime salgono a 7. Campi Bisenzio, tra i comuni del fiorentino più colpiti November 4, 2023 - Bissenzio, Tuscany, Italy - News - Still on alert due to bad weather, particularly in Tuscany, where the number of victims has risen to 7. Campi Bisenzio, among the most affected municipalities in the Florentine area

Se l’adulto è chiamato a giudicare i ragazzi, soprattutto se lo è in vari contesti mediatici, questi sono da classificare: choosy, bamboccioni, generazione X, senza valori, sempre al telefonino, sfaticati… Poi però ci sono i ragazzi, che se ne infischiano delle classificazioni e quando trovano qualcosa di bello e di utile diventano inarrestabili.

Secondo giorno di novembre, tardo pomeriggio, piove e tanto in Toscana. Poco dopo rompono gli argini i fiumi e Campi Bisenzio, hinterland di Firenze, sprofonda nell’acqua e nel fango. L’80% delle abitazioni e delle aziende è sotto l’acqua, tantissimi hanno letteralmente perso tutto. A Campi c’è una scuola secondaria di secondo livello, è una succursale di quasi 300 ragazzi. Oltre che bella è all’avanguardia per la didattica e il coinvolgimento dei ragazzi. Quando i ragazzi si sentono valorizzati, gli effetti si vedono. Il giorno dopo, un venerdì, c’è smarrimento. Arrivano notizie parziali dell’alluvione, le scuole sono chiuse. Per i ragazzi potrebbe essere un giorno senza scuola, una festa, invece. Si perché c’è un “invece” e ribalta tutto quello che molti adulti fanno: giudicano, categorizzano, i ragazzi. Quelli che dovrebbero essere i “bamboccioni” si organizzano e partono. I grandi commentatori mediatici stanno zitti.

Venerdì come sabato e domenica… La scuola è chiusa ma la stragrande maggioranza vuole andare a “dare una mano”. Ragazzi e ragazze, di prima e di quinta, ex studenti e docenti non si tirano indietro. I rappresentanti degli studenti si organizzano, la protezione civile coordina, i più piccoli ai centri di smistamento cibo, vestiario e i più grandi in comune. Stivali, vecchie tute da ginnastica, guanti, vanghe, rastrelli, ramazze. Non si tirano indietro neanche le matricole. I genitori sono titubanti: “Con chi sei? Chi coordina? Chi vi controlla?”, ma sono inarrestabili. Sono giovani e si buttano, ancora una volta noi adulti classifichiamo e giudichiamo. Poi la sera a casa, tornano stanchi e felici. Fango ovunque, anche nei capelli a cui tengono tantissimo. Unghie rotte che sono – erano – curatissime. Vestiti da buttare. Eppure sembrano raggianti. Non per quello che hanno visto ma per l’esperienza che hanno vissuto.

Raccontano a perdifiato tutte le cose brutte e i racconti dolorosi che hanno visto e ascoltato, le storie di famiglie distrutte, di aziende devastate. Piangono. Ma hanno aiutato e sono stati aiutati a capire. Perché quando dai la mano ad una persona, anche ad uno sconosciuto, rompi schemi, incomprensioni, giudizi avventati, muri e la realtà delle cose e degli affetti è vera, concreta.
Questi ragazzi hanno fatto scuola. Cioè hanno fatto esperienza educativa in tutto e per tutto, che li accompagnerà per la vita e sarà utile anche per capire che lo studio, l’impegno, la volontà sono importanti.

La Agnoletti con i suoi docenti e la Preside, non ha alzato le spalle. Da subito la Dirigente Silvia Baldaccini e tanti docenti hanno ascoltato quello che i ragazzi volevano dire, valutato la situazione insieme a loro e non ostacolato affatto la volontà di aiutare, anzi insieme alle associazioni di volontariato si sono resi disponibili. Emblematica la circolare del 6 novembre: la scuola è aperta ma “per chi presterà servizio di volontariato, l’assenza non sarà considerata nel computo del monte ore annuale”.
Molti giudicheranno, tanti non approveranno, alcuni si scandalizzeranno, ma io difendo e plaudo la preside, i docenti, i rappresentanti degli studenti, perché negli occhi dei ragazzi che hanno partecipato e sono andati ad aiutare, ho visto tanta fatica ma anche tanta gioia, la gioia di avere capito che siamo fratelli e come i fratelli ci aiutiamo.