Un nuovo sondaggio, una nuova farsa, a opera di Elon Musk. Il geniale quanto folle imprenditore, uomo più ricco del mondo e proprietario tra l’altro di Tesla e Twitter, ha annunciato dopo aver lanciato un sondaggio sul suo profilo personale che permetterà agli account che sono stati sospesi da Twitter negli ultimi anni di tornare sulla piattaforma.
Esattamente come già accaduto nei giorni scorsi con il ripristino del profilo di Donald Trump, bandito dalla piattaforma dopo i drammatici fatti di Capitol Hill del 6 gennaio 2021, anche questa volta Musk si è affidato ad un sondaggio rivolto ai suoi followers.
Poco più di tre milioni di persone, sui circa 330 milioni attivi, hanno risposto alla domanda “Twitter dovrebbe offrire un’amnistia generale agli account sospesi, a condizione che non abbiano infranto la legge o siano coinvolti in uno spam eclatante?”, col ‘sì’ che ha vinto col 72 per cento dei voti.
Alla chiusura del sondaggio, Musk ha nuovamente twittato esaltando la grande prova di democrazia online: “Il popolo ha parlato. L’amnistia inizia la prossima settimana. Vox Populi, Vox Dei”, ripetendo l’espressione già usata pochi giorni fa in occasione della riammissione di Trump.
Ma come non manca di sottolineare la stampa americana, al momento non è chiaro chi e in base a quali decisioni potrà essere riammesso sulla piattaforma. Come, insomma, Musk si districherà tra i profili bannati per aver condiviso contenuti violenti o aggressivi, o per spam e altre violazioni di minor conto?
Il timore è che il miliardario di origini sudafricane, che si è autonominato paladino della libertà di espressione, si appelli al primo emendamento della Costituzione statunitense, che protegge proprio la libertà di espressione, per consentire il reintegro di personaggi “tossici”.
Un chiaro messaggio è arrivato non solo dal sondaggio su Trump, ma anche dalla decisione nei giorni scorsi di ripristinare gli account dei commentatori di estrema destra Jordan Peterson e Andrew Tate, della ipertrumpiana Marjorie Taylor Greene, membro della Camera che da tempo diffonde teorie del complotto, fino al rapper Kanye West, finito in un vortice di polemiche e abbandonato dai suoi sponsor per i suoi “sfoghi antisemiti”.