Maurizio Landini non è un uomo scaramantico. Annuncia di voler rivoltare il paese come un guanto, così come prima di lui altri due profeti, Beppe Grillo e Piercamillo Davigo, dissero che avrebbero rivoltato l’Italia come un calzino. Ma mentre Beppe e Piercamillo in lavatrice ci sono finiti loro, l’Italia, sia pure un po’ stropicciata, tira dritta per la sua strada. In compenso, Landini ha lo spirito del poeta.
Già gli scioperi settimanali sono versetti evangelici che benedicono il venerdì, visto che allungano il week end sia di chi li fa sia di chi li subisce. Ma lo sciopero generale è di più, è il poema religioso in forma completa e solenne, con i sacerdoti sindacali che alzano davanti ai fedeli radunati nelle piazze i loro calici gonfi di beatitudini future. Già alle 8 del mattino, Maurizio e gli altri capi rassicurano i giornali: le cattedrali erano piene. Probabile. Il guaio è che sono le beatitudini ad essere vuote. Perché i disagi provocati ai cittadini e il rito appena celebrato, da tempo non smuovono più nulla. Si risolvono in feste comandate del dissenso sociale, con le solite guest star che bruciano manifesti e bandiere, e il corollario di metro bloccati, treni soppressi e scuole chiuse.
Tutte quisquilie che colpiscono gli stessi lavoratori, cambiati d’abito e diventati comuni cittadini. Viviamo nell’epoca ormai piuttosto epica del ‘disagio frammentato’, una serie Netflix delle agitazioni dove ogni giorno ha la sua pena, attenuata solo dal fatto che il più delle volte l’imprecazione si affaccia sulla gitarella del fine settimana. Tre scioperi al giorno in media che non portano risultati, al punto tale che la stessa Elly Schlein appena può fa rispondere al telefono che ‘la dottoressa è fuori stanza’. Ieri non ha resistito e si è esibita in un romantico ‘Bella Ciao’.
In realtà, con il minaccioso fascismo al governo ha appena condiviso un vicepresidente europeo, ma non fa niente. Canta che ti passa. Negli anni ‘80, il segretario della Uil Giorgio Benvenuto lanciò ‘il sindacato dei cittadini’, l’idea lungimirante di un’alleanza permanente fra le rappresentanze organizzate dei sindacati e la più ampia platea delle persone che ogni giorno affrontano i problemi e i disagi della vita collettiva. In tutto il mondo si sono inventate forme alternative come sit in, flash mob, dibattiti, assemblee aperte, consultazioni popolari. Niente da fare. Troppa fatica. Troppa fantasia. L’attrazione della liturgia resta fatale più di quella di Glenn Close per Michael Douglas. E poi, vuoi mettere la libidine di proclamare che si sta attentando al diritto di sciopero proprio mentre lo stai facendo? Oggi la cerimonia si è di nuovo compiuta. Comunicati stampa e talk show sono salvi. Ma, a proposito di poesia, scriveva Eugenio Montale che ‘nulla paga il pianto del bambino al pallone che fugge tra le case’. Al poeta Landini si potrebbe chiedere: ‘Chi ripaga il pianto del postino a cui tocca di nuovo stare a casa?’