La Anm, cioè l’Associazione nazionale magistrati, ha preso posizione contro il procuratore generale di Catanzaro, Otello Lupacchini, che aveva criticato la spettacolarità dell’azione giudiziaria di Nicola Gratteri il quale qualche giorno fa procedette all’arresto di circa 350 persone e poi si lamentò perché la notizia non era in prima pagina su diversi giornali. «Le valutazioni del Procuratore Generale Lupacchini, come riportate dalla stampa, relative a ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip in seguito ad indagini svolte dalla Procura della Repubblica di Catanzaro e in attesa di ulteriori verifiche giurisdizionali, sono sconcertanti in sè e ancor più perché provenienti dal vertice della magistratura requirente del distretto». È la netta posizione dell’Anm. Ogni esternazione «che si risolva in una critica dei provvedimenti giudiziari, non argomentata e non fondata sulla conoscenza degli atti, rappresenta una lesione delle prerogative dell’autorità giudiziaria, una delegittimazione del suo operato, e può, nel
caso di specie, implicare, in ragione del ruolo ricoperto da chi l’ha resa, un’inaccettabile forma di condizionamento dell’autonomia e indipendenza dei titolari delle indagini e incidere sulla serenità dei magistrati chiamati ad occuparsi dei relativi accertamenti nelle diverse fasi processuali». L’Anm «è certa che la Magistratura non ne sarà influenzata e saprà operare con serenità ed indipendenza». L’idea di fondo è chiarissima.

L’Anm sostiene che chi critica un Pm lo delegittima e va punito. Pensate se si usasse lo stesso metro per un ministro o un segretario di partito. Era molto tempo che una organizzazione non pretendeva il delitto di critica. L’ultima, in Italia, fu il Pnf.

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