Esteri
L’Arabia Saudita assume italiani: opportunità da 4.500 dollari al mese per i connazionali
Il 24 giugno 2018, l’erede al trono definito da alcuni il “riformatore femminista“, Mohammed bin Salman eliminò il divieto di guida per le donne in Arabia Saudita. La sua politica si basa, infatti, sulla promozione del “gender equality” e uno dei suoi punti principali è l’aiutare le donne del suo paese ad emergere nel mondo del lavoro e renderle, il più possibili, indipendenti.
L’Unione Nazionale Autoscuole e Studi di Consulenza Automobilistica (UNASCA), in collaborazione con Global Driving Standards Certification and EYWA (consultancy services), ha deciso di partecipare all’iniziativa “patente di emancipazione” .
Un progetto all’insegna dell’internazionalizzazione che organizza corsi di formazione per far prendere la patente di guida a più donne possibili, un punto fondamentale per migliorare la posizione attuale delle donne nella società che stanno vivendo un momento di transizione storica.
L’auspicio dell’UNASCA è quello che le donne italiane possano accettare la “sfida” dando il loro contributo come simbolo di solidarietà femminile, cosa che hanno già fatto le donne francesi ed olandesi, che si sono guadagnate il primo posto come le istruttrici di guida europee che hanno confermato la loro partecipazione al progetto.
UNASCA sta selezionando insegnanti disposte a trasferirsi a Riad, la capitale dell’Arabia Saudita, dove prima di iniziare a lavorare, le future istruttrici italiane dovranno seguire un percorso di formazione offerto dall’Università Sacro Cuore di Milano.
I requisiti per partecipare alla selezione? Cinque anni di esperienza come insegnate di scuola di guida e la predisposizione a voler cambiare città, cultura e tradizioni. Le spese di viaggio e anche quelle per l’alloggio sono a carico degli organizzatori locali dei corsi e lo stipendio è di 4.500 dollari al mese.
Paolo Perego, supervisore delle Master Trainer nella spedizione in Arabia Saudita dice: “C’è molta psicologia nei format che abbiamo preparato, poiché crediamo che i formatori di oggi debbano avere diverse competenze trasversali, che passino attraverso la comprensione dei bisogni dell’individuo”
Per assicurare la buona uscita del progetto “patente di emancipazione” l’offerta di lavoro è aperta, ad oggi, solo alle donne europee ma, non si esclude la possibilità di espandere un domani l’opportunità anche agli uomini.
Questo progetto è un grande passo verso la modernizzazione del paese che ha permesso, solo da due anni, alle donne di dare la possibilità di conseguire la patente e guidare. Prima per legge, le donne potevano spostarsi da un posto all’altro in auto solo ed esclusivamente se alla guida di essa ci fosse stato il proprio tutore che poteva essere o il padre o il marito o un membro maschile della famiglia.
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