Non si vince con la spocchia
L’arroccamento dell’Europa, politici come generali che mostrano vecchie medaglie ma non lasciano tracce da 30 anni
Che problema c’è? Afd tallona ormai la destra democratica della Cdu, ma nessuno vuole governare con lei. Che problema c’è? La filo-putiniana Bsw di Sahra Wagenknecht sbaraglia la sinistra democratica, ma tanto con Afd non ha intenzione di accordarsi.
L’asse Parigi-Berlino ha fatto e disfatto l’Unione, e anche oggi pretende di dettare la linea. Bene, se il governo di Berlino in carica racimola il 15% in due grandi regioni dell’Est, quello di Parigi neppure esiste. Probabilmente Emmanuel Macron è ancora impegnato a contemplare nello specchio il suo “capolavoro politico”: gettare alle ortiche la sua maggioranza per consegnarla all’estrema sinistra, rafforzando contemporaneamente l’estrema destra. Risultato, mesi passati a inseguire il governo che piace al presidente anche se sfortunatamente non ha i voti nella nuova Assemblea nazionale.
La maggioranza Ursula che Macron sogna
Come vogliamo chiamarla, questa “maggioranza Ursula”? Loro non hanno dubbi: siamo lo schieramento democratico, europeista, occidentale. Quelli dell’alleanza atlantica, quelli che ieri hanno fatto l’Europa e oggi la guidano. Ma sembrano non accorgersi di somigliare sempre più a generali che fanno tintinnare le medaglie di guerre vinte in un passato lontano e sbiadito. Sembrano non capire che con le loro idee popolari, socialiste e liberali hanno costruito il welfare e la democrazia del Dopoguerra, ma le guerre di oggi, politiche e militari, sono ben lontane dall’essere vinte.
L’Europa si è fermata da tre decenni
In America stava accadendo la stessa cosa, prima del colpo di reni del Partito democratico che ha lanciato una figura non logorata e con idee e parole nuove. Potrà anche perdere, Kamala Harris, ma intanto ha rovesciato i sondaggi e comunque ha rimesso in gioco la sua democrazia, senza più fidarsi del “Trump invotabile”, teorema indimostrato ben descritto da Giuliano Ferrara. Nell’Europa che fu patria del welfare e dei diritti civili, il tempo sembra essersi fermato: siamo ai primi anni ‘90, e abbiamo appena vinto la battaglia definitiva. È crollato il Muro, la Germania di Kohl riunifica il paese e l’Europa a Maastricht si regala un futuro di coesione e unità. I tre decenni successivi sembrano non aver lasciato traccia. Ad esempio, sull’immigrazione: sempre all’anno zero.
L’arroccamento dell’Europa
Oggi il fronte “di quelli che hanno avuto ragione” è tenuto in piedi da un misto di spocchia e arroccamento. La spocchia di ritenersi gli eletti per vocazione storica e divina. Dimenticando che lo sviluppo e il benessere sociale si fondano sulla produttività perché, come i socialdemocratici storici sapevano bene, non si può “tosare la pecora” se la lana non c’è. Dimenticando, soprattutto, che i grandi partiti del secondo Dopoguerra erano forti e popolari perché capaci di dare risposta alle esigenze della gente comune, emancipando il lavoro e la società, il ruolo delle donne e la protezione dei più deboli. Oggi le uniche risposte sono l’ideologia del politicamente corretto e il conforto delle varie ZTL, in cui sui divanetti delle apericene ci si conforta e ci si consola: se gli elettori votano i barbari, prima o poi cambieremo gli elettori.
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