Per sei lunghissimi giorni Diana, nata il 29 gennaio scorso, è rimasta sola nella sua casa a Milano. Nessuno dei vicini ha sentito il suo pianto. L’ha trovata la mamma, Alessia Pifferi, 36 anni, all’alba di mercoledì nel suo lettino da campeggio, morta. Era andata via per raggiungere il compagno in provincia di Bergamo. L’ennesimo dramma della solitudine e del disagio forse non compreso in tempo per evitare il peggio.
Giovedì mattina, la 36enne è stata fermata con l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi. “Sapevo che poteva andare così”, sarebbero le poche parole pronunciate dalla donna. La piccola Diana Pifferi era in un lettino da campeggio e a fianco c’era il biberon ma anche una boccetta di benzodiazepine piena a metà.
Da qui il sospetto che la madre possa aver fatto assumere benzodiazepine alla figlioletta in modo da tenerla “tranquilla”. Al momento si tratta solo di un sospetto investigativo, la conferma arriverà dagli esami tossicologici che saranno effettuati nel corso dell’autopsia sulla piccola Diana. La causa di morte sarebbe legata a una forte disidratazione e a denutrizione: la piccola sarebbe stata lasciata morire di stenti.
Nei verbali della donna che ha ammesso di aver abbandonato la figlia – dopo averla cambiata e pulita – c’è la ricostruzione di quanto avvenuto in questa settimana e nei mesi precedenti. Secondo quanto ricostruito da Repubblica, non era la prima volta che la bambina rimaneva sola in casa. In altre 2 occasioni avrebbe lasciato la piccola in casa da sola per il weekend. Stavolta aveva previsto di andare via più giorni e al compagno aveva detto che la bambina era al mare con la sorella. Tornata a casa e trovato il corpo della bambina , ha chiesto aiuto a una vicina di casa la quale ha dato l’allarme chiamando il 118.
In casa il frigo era vuoto. La donna avrebbe raccontato che il padre biologico della bambina non sa di esserlo e ha ricostruito anche questo anno e mezzo dalla nascita della bambina. Avrebbe dichiarato di non essersi resa conto di essere incinta fino al momento della nascita della bambina che era stata concepita in provincia di Bergamo.
Nel racconto fatto agli inquirenti la donna ha raccontato anche che per un periodo la madre l’aveva aiutata con la bambina, venendo a stare a Milano. Un giorno – quando la donna era in vacanza con il compagno a Monaco – la piccola, da sola con la nonna, era stata male per un’infezione alle vie urinarie. Quindi Pifferi era tornata da Monaco ed era andata in ospedale per assisterla. Quando è tornata a casa a Milano la nonna se ne era tornata a Crotone. La donna attualmente si trova a San Vittore, per domani è prevista la convalida del fermo davanti al gup. L’accusa adesso è di omicidio volontario con l’aggravante della premeditazione e dei futili motivi.
Al momento non risulta che la donna avesse problemi di droga. Sono invece in corso verifiche su eventuali problematiche psichiche. Intanto fuori alla palazzina della periferia di Milano Est tutti sono trincerati nel silenzio e nel dolore. Qualcuno ha attaccato al cancelletto dei palloncini bianchi con su scritto: “Ciao Diana”, “Piccolo angelo”.