Tra qualche giorno il Riformista compie un anno. Dodici mesi che sono volati e che per me sono stati entusiasmanti. Abbiamo fatto rinascere una testata prestigiosa, l’abbiamo riempita di idee e non solo di notizie e abbiamo consentito ai lettori italiani di poter disporre di un quotidiano garantista, libero e libertario. Siamo stati, credo, ogni giorno fedeli al nostro nome. Quantomeno nel tandem fra il Komunista Sansonetti e la forzista Bergamini ne è nato un confronto franco ma rispettoso, anche tra visioni contrapposte. Questa è stata la novità del Riformista, perché la maggior parte dei quotidiani italiani nel proporre una tesi, una visione unica, perde l’abitudine a confrontarsi e si avvita nella propria autoreferenzialità.

Sono orgogliosa del lavoro svolto sin qui, e i risultati premiano gli sforzi fatti. Il giornale è in crescita, sia su carta che online, e si è consolidato come una voce dal timbro unico, forte e un po’ guascone nell’universo giornalistico nazionale. Perché le idee e la loro affermazione sono sempre un po’ guascone. Oggi per me è il giorno in cui lascio. Condirigere il Riformista è diventato, proprio a causa di questo successo per certi versi inaspettato, una responsabilità molto più grande di un anno fa, responsabilità che richiede un impegno quotidiano a tempo pieno. Io non posso garantirlo, perché ho un mandato elettorale da onorare, 68mila voti ottenuti alle elezioni politiche 2018 e un dovere di rappresentanza che mi obbligano a fare una scelta, imposta dalla serietà con cui cerco di fare le cose.

Continuerò a scrivere su queste colonne, nella libertà a cui sono abituata. Ringrazio l’editore e la redazione, che ho visto in questo anno lavorare con l’unico scopo di produrre un giornale autorevole e intelligente. Ringrazio l’amico e collega professor Renato Brunetta, che ha ideato il Riformista Economia facendone in poche settimane uno strumento di informazione e di approfondimento di qualità assoluta. E, dulcis in fundo, c’è Piero, per me fonte di ispirazione e di insegnamento: avrei potuto lanciarmi in un’avventura del genere solo con lui, e così è accaduto. Piero ha tutta la mia gratitudine. Così come l’hanno i nostri lettori, il cui crescente affetto è stata la mia più grande soddisfazione.