Le chat pubblicate dal Riformista
L’assalto degli uomini di Davigo a Celentano: è socio di Palamara, deve lasciare
Carmelo Celentano – forse – farebbe meglio a tornare al suo ufficio in Cassazione. Dopo lo scoop di questa settimana del Riformista che ha pubblicato alcuni dei messaggi che il neo consigliere del Csm si scambiava con l’ex potente presidente dell’Anm Luca Palamara, sono tanti i magistrati che ritengono sia opportuno che Celentano lasci Palazzo dei Marescialli. La presa di posizione più forte è quella delle toghe del gruppo di Autonomia&indipendenza, la corrente fondata da Piercamillo Davigo e di cui Celentano ha preso il posto al Csm dallo scorso 20 ottobre, ultimo giorno di servizio per raggiunti limiti di età dell’ex pm di Mani pulite.
I davighiani fanno appello al senso istituzionale di Celentano, già sostituto procuratore generale in Cassazione, affinché faccia proprie, prima possibile, determinazioni rispettose degli alti compiti ai quali è stato chiamato». Il motivo è da rintracciare nella ormai micidiale chat di Palamara che descrive «comportamenti perfettamente in linea con il diffuso sistema clientelare di recente disvelatosi in modo chiaro».
Erano tantissimi i messaggi che i due, esponenti di primo piano di Unicost, si scambiavano. «Ho parlato – scriveva Celentano – con Salzano (Francesco, ora avvocato generale in Cassazione, ndr), lo ho tranquillizzato per il futuro e gli ho detto che lo avresti chiamato. Se gli dai la prospettiva dei prossimi posti sarà sereno», scrive Celentano a novembre del 2017. Palamara risponde: «Ho parlato con Salzano, è tutto ok». «Votato Salvato (Luigi, ndr) unanime», esordisce qualche settimana più tardi Palamara. «Sei fondamentale come sempre. È tutto nelle tue mani. Per questo sono tranquillo», replica Celentano.
«Volevo notizie su PAT (procuratore aggiunto, ndr) Trapani; alcuni colleghi mi parlavano di Rossana Penna attualmente a Trapani, che a detta di Area (la corrente di sinistra, ndr) se la dovrebbe contendere con Marzella (Carlo) ora a Palermo. Oltre a questo mi hanno ricordato di PST (presidente sezione, ndr) Padova. Se puoi chiamami», scrive Celentano nella primavera del 2018. «PAT Trapani ancora non trattata. Per PST Padova lo metto prossima settimana», risponde Palamara che da zar delle nomine aveva il potere di decidere anche l’ordine cronologico dei posti da assegnare. «Scusa caro Luca, potresti aggiornarmi sulla situazione di Rossana Penna per procuratore aggiunto Trapani e procuratore aggiunto Bergamo? La dovrei sentire domani. Un abbraccio», ancora Celentano. «Bergamo ti spiego tutta situazione a Milano. Per aggiunto Trapani trattiamo prossima settimana con PAT Palermo», risponde Palamara.
«Martusciello – prosegue Celentano – voleva notizie su Lagonegro, gli ho detto che tu mi hai detto che già sapevi tutto e che la situazione è un po’ complicata». E poi: «Come sta messo Raffaele Frasca per PS (presidente di sezione, ndr) Cassazione? Ce la fa? Avvisami quando sai qualcosa». Palamara, contattato dal Riformista aveva ricordato che Celentano lo invitava spesso, prima di essere candidato al Csm, a cena e che lo pressava con richieste per sistemare questo o quel magistrato. Celentano ha confermato di aver messaggiato con Palamara e di aver chiesto, su sollecitazione dei colleghi, informazioni sullo stato delle pratiche che li riguardavano, preoccupandosi del loro “profilo umano”.
Leggendo la chat, però, il sostituto pg della Cassazione non si informava solo dei destini dei colleghi ma anche degli assetti del Consiglio superiore della magistratura. Ad iniziare dall’ufficio del Segretario generale, l’ufficio più importante di Palazzo dei Marescialli, quello che ha i rapporti con il Quirinale. Il 6 giugno del 2018 scrive Celentano a Palamara: «È in plenum la pratica vice segretario? Sai che fa Riccardo (Fuzio, procuratore generale della Cassazione, all’epoca il suo capo, ndr)?».
Palamara: «Stiamo discutendo ora. Riccardo già si è espresso come Comitato di presidenza (composto dal vice presidente del Csm, dal primo presidente della Cassazione e, appunto, da Fuzio, ndr). Che ha portato in plenum Fiorentino (Gabriele, di Magistratura democratica, ndr).
«Quindi in favore di Fiorentino?», aggiunge Celentano. «Sì», la risposta di Palamara. Il giudice Andrea Reale, neo eletto all’Anm per articolo 101, il gruppo “anticorrenti” aveva chiesto a Celentano chiarimenti sul suo comportamento. Dopo la prima risposta di quest’ultimo, Reale aveva replicato aggiungendo: «Potremmo dire a tutti i magistrati che è lecito, anche sotto il profilo deontologico, contattare direttamente un consigliere del Csm per chiedere notizie su colleghi del proprio ufficio, o degli uffici di legittimità, oppure sullo stato di pratiche di colleghi da loro conosciuti e di preoccuparsi del profilo umano dei richiedenti con i componenti del Consiglio?».
E poi: «È consentito da oggi che circa 10.000 magistrati contattino i sedici consiglieri togati per chiedere notizie sulle pratiche degli altri 9.999? O sussiste, in questo genere di condotte, un profilo deontologicamente rilevante?». «Da consigliere è pronto a fornire la sua utenza cellulare a tutti i magistrati italiani che vogliano interessarsi delle pratiche di un loro collega amico?», aveva quindi aggiunto Reale. Difficile che il diretto interessato risponda nuovamente.
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