Dalla redazione del Fatto Quotidiano ci arrivano notizie sempre più inquietanti. L’assoluzione di Romeo è stata come una frustata. Dicono che Travaglio abbia quasi smesso di parlare. Qualche monosillabo, gesti della mano. Dolore palpabile. I giudici hanno stabilito che lo scandalo Consip non è mai esistito. Anni e anni di lavoro e di fughe di notizie buttati al vento, maledizione! Quello che era stato definito il più grande scandalo del secolo non era uno scandalo. Non era niente.

Circa cento paginate dedicate dal “Fatto” alle malefatte di Alfredo Romeo, tutte smentite. Erano balle. Cosa è rimasto della geometrica potenza di quella gigantesca e meravigliosa costruzione giornalistico-giudiziaria? Solo i danni subiti da Romeo (qualche centinaio di milioni, sei mesi in cella, sei ai domiciliari con braccialetto, molti posti di lavoro perduti…) e questa è certo una bella soddisfazione, ma con il rischio persino che ora qualcuno sia costretto a risarcire. E comunque neppure questa soddisfazione può coprire la vergogna per quasi sei anni di fake proiettate con effetti speciali in tante prime pagine. Come si reagisce a questo disastro?

L’ordine di scuderia, da subito, è stato quello del silenzio. La notizia dell’assoluzione di Romeo deve essere nascosta in tutti i modi. Massimo una notizia piccola piccola in pagina interna, ma molto interna. Dicono che un redattore abbia fatto vedere al direttore la copia di quella prima pagina del 2017 con la notizia dell’arresto di Romeo data a caratteri cubitali, e che il redattore sia stato invitato, con un ringhio, a correre a fare merenda. Lui ha capito e si è adeguato. Ha preso un cornetto al bar.

Ma adesso, direte voi, sarà un bel problema contrastare gli altri giornali, che, giustamente, daranno grande spazio alla assoluzione di Romeo. No, non preoccupatevi: ormai gli altri giornali, da tempo, si sono travaglizzati, cioè sono passati agli ordini dell’Anm. Tacciono. Però, si capisce, il povero Travaglio non potrà andare a concionare a La7, perché a La7 lo tempesteranno di domande su Consip. Tranquilli, amici. Non succederà neanche questo. Anche a La7 è passato l’ordine del silenzio. Beh, potete obiettare, ma si può fare informazione così? Si vabbé, ancora siete rimasti a quella vecchia idea che in Italia ci sia l’informazione? Poveri cocchi…

 

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Giornalista professionista dal 1979, ha lavorato per quasi 30 anni all'Unità di cui è stato vicedirettore e poi condirettore. Direttore di Liberazione dal 2004 al 2009, poi di Calabria Ora dal 2010 al 2013, nel 2016 passa a Il Dubbio per poi approdare alla direzione de Il Riformista tornato in edicola il 29 ottobre 2019.