L’attacco in spiaggia, la strage di bagnanti firmata al-Shabaab e la pace che in Somalia manca da oltre 30 anni

Torna l’incubo del terrorismo nella spiaggia più famosa di Mogadiscio. Lido Beach, frequentata anche da stranieri e diplomatici, è il tratto di mare più famoso della capitale della Somalia ed è sempre molto affollata. Sabato scorso un commando di al-Shabaab ha colpito la zona di fronte all’hotel Beach View, prima con un uomo che si è fatto esplodere e poi con altri quattro miliziani che hanno cominciato a sparare sulla folla presente. I morti sono stati 37 con una decina di persone che sono in terapia intensiva e altri 60 feriti.

Le forze di sicurezza somala sono intervenute e nello scontro a fuoco tutti i terroristi sono stati uccisi. La polizia ha anche dichiarato che un’autobomba è stata disinnescata nei pressi dello stesso albergo. Al- Shabaab ha subito rivendicato l’attentato sottolineando la sua intenzione di continuare a colpire la capitale dove il governo somalo fa fatica a controllare la situazione. Il paese del Corno d’Africa è ancora in mano al terrorismo degli al-Shabaab, affiliati con al Qaeda, che controllano intere province nel nord e nel sud dello stato, ma che riescono a colpire anche la martoriata Mogadiscio. La Somalia non trova pace dall’inizio degli anni ‘90 e dopo una sanguinosa guerra civile il paese si è frantumato con l’ex Somalia Britannica che si autoproclamata indipendente sotto il nome di Somaliland.

Il governo centrale continua a non riconoscere l’indipendenza di questo stato, ma fatica a tenere insieme anche altre regioni come il Puntland che è faticosamente rientrato. Gli al-Shabaab, che significa i giovani in arabo, sono gli eredi delle Corti Islamiche somale che avevano anche preso il controllo della capitale in passato. Il governo del presidente Hassan Sheikh Mohamud non sembra in grado di arginare la nuova ondata di terrorismo, ma ha chiesto il ritiro sia dei caschi blu della Unsom che della missione dell’Unione Africana ATMIS, giudicate entrambe inutili. In Somalia resta anche un grande contingente turco che si occupa di addestrare le forze armate governative, ma anche Ankara sta perdendo interesse per un paese che nonostante la posizione strategica resta impossibile da pacificare.

L’Etiopia, gigante regionale del Corno d’Africa, in passato ha protetto militarmente i governi somali, arrivando anche a spostare la sede governativa vicino al confine etiope, ma oggi il rapporto è in piena crisi diplomatica. Addis Abeba infatti è alla ricerca di uno sbocco sul mare, evitando il carissimo porto di Gibuti, e ha messo gli occhi sui porti del Somaliland, promettendo alla repubblica indipendentista il riconoscimento internazionale. La Somalia ha reagito duramente continuando a sostenere che il Somaliland sia parte integrante dello stato somalo, ma le trattative vanno avanti e Mogadiscio non ha ormai più nessuna voce in capitolo negli equilibri di questa delicata area.